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Semplici: “Quando uscì il reality sulla Fiorentina siamo stati assaliti da migliaia di fan all’improvviso”

Firenze, stadio Artemio Franchi, 15.04.2018, Fiorentina-Spal, Foto Fiorenzo Sernacchioli. Copyright Labaroviola.com, Semplici

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Semplici: “Quando uscì il reality sulla Fiorentina siamo stati assaliti da migliaia di fan all’improvviso”

Redazione

8 Settembre · 14:18

Aggiornamento: 8 Settembre 2023 · 14:18

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Firenze, stadio Artemio Franchi, 15.04.2018, Fiorentina-Spal, Foto Fiorenzo Sernacchioli. Copyright Labaroviola.com, Semplici

Dopo il fallimento del Figline, le esperienze ad Arezzo e Pisa, per Semplici arriva la chiamata della Fiorentina: vuole affidargli la Primavera. Dall’altra parte del telefono c’è Pantaleo Corvino, che lo vuole fortemente:

«Fu molto particolare, perché ogni anno la prima amichevole che la Fiorentina faceva appena rientrava dal ritiro era contro il Figline e noi tutti gli anni, miglioravamo: prima Eccellenza, poi Serie D, poi C2 e a Corvino, che era il ds dei viola, erano rimaste in mente queste prestazioni». A distanza di pochi anni «si ricordò di me e mi diede l’opportunità di allenare la Primavera, quindi lo devo ringraziare perché è stata un’esperienza straordinaria, professionalmente mi è servita molto e molte cose che ho imparato lì, le ho riportate poi con i più grandi».

La gestione del gruppo con cui oggi Semplici nutre le proprie squadre, è nata al campo delle Caldine dove i ragazzi della Fiorentina si allenavano: «Prima di allora, come tanti allenatori ero molto concentrato e attento su quei 12/13 calciatori su cui puntavo di più. In Primavera, invece, spesso il giovedì o il venerdì i più promettenti salgono in Prima Squadra, che è l’obiettivo finale del lavoro all’interno di un settore giovanile. Dunque, ho imparato ad adattarmi e spesso preparavo la partita con un undici titolare, salvo poi trovarmi 4 defezioni. In quei momenti ho capito l’importanza della gestione di tutti i calciatori della rosa, come farli sentire partecipi e tutti pronti. Questo mi ha insegnato l’importanza di tenere in considerazione veramente tutti. È chiaro che poi ci sono i titolari da 20, da 30 o da 5 partite, ho capito quanto sia fondamentale spendere del tempo dietro a tutti e di farli sentirli tutti importanti, perché durante la stagione poi ha bisogno che tutta la rosa sia pronta».

Quella Fiorentina Primavera è passata alla storia fuori dal campo. Divenne infatti protagonista del reality show ‘Calciatori Giovani Speranze’, in onda su MTV. Fu una rivoluzione nei primi anni Duemiladieci, con uno share enorme e una popolarità altissima, sia per il programma e sia per i suoi protagonisti. Alcuni giocatori di quella squadra – come Bernardeschi, Capezzi, Venuti o Lezzerini – scelsero di non apparire nella loro vita privata, mentre altri divennero vere e proprie star. A gestire quel gruppo c’era proprio Semplici, che li guidò nella loro seconda stagione (che coincise però con l’uscita della prima, e quindi con il boom):

«Ricordo… grandi difficoltà! Quando uscì la prima puntata, giocavamo a Genova contro la Sampdoria. Solitamente, una partita di Primavera attira 200 o 300 spettatori. Quel giorno invece c’erano migliaia di persone: in campo, per il riscaldamento, ci accorgemmo che c’era un pubblico esagerato, erano tutti a chiedere autografi ai protagonisti. Fu un successo straordinario: ci aspettavano fuori dall’albergo per gli autografi. La gestione di certi momenti fu particolare, ma con l’aiuto della società riuscimmo a indirizzare tutto verso quello che era l’obiettivo, ovvero provare a creare calciatori e non uomini immagine. Fu un’esperienza particolare ma positiva: per esempio, eri sempre microfonato e anche durante gli allenamenti, dovevo prestare attenzione a certe dichiarazioni».

Una considerazione anche sul livello della Primavera e per il salto dei giovani tra i professionisti, da lui che ha vissuto entrambe le barricate: «Negli ultimi 10 anni, con la riforma dei campionati giovanili e l’introduzione delle seconde squadre, è migliorata la competitività generale sia nel campionato che in ogni weekend, perché quando allenavo io la Primavera c’erano solo 4 o 5 squadre davvero competitive durante l’anno e poi si faceva esperienza durante le eventuali finali, se ti qualificavi per giocarle. È chiaro che il livello tra la Primavera e la Prima Squadra, specialmente in club importanti come all’epoca poteva essere la Fiorentina, ha un divario grosso e quindi anche le seconde squadre, di cui si parlava già alla mia epoca, sono importanti. Vediamo i risultati della Juventus, ora c’è anche l’Atalanta. Insomma, credo che questa sia una via di mezzo che possa permettere a questi ragazzi di maturare, di migliorare. Perché il campionato di Serie C sicuramente è un torneo dove cominci già a giocare per il risultato e quindi ti forma e ti fa crescere, ti fa migliorare e può essere un trampolino per arrivare tra i grandi».

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