Ormai è certificato: Franck Ribery è il nuovo idolo di Firenze. Sarà che, da sempre, siamo sensibili alla qualità… unita alla quantità. Dove per quantità si intende sacrificio, sudore, dedizione alla maglia. Franck Ribery è tutto questo: un campione che in carriera ha vinto 25 trofei, che poteva tranquillamente “svernare” a Dubai. Oppure in Cina. Certamente non rimettersi in discussione in un campionato difficile come quello italiano. In una squadra, poi, senza coppe, senza un titolo da 18 anni, senza uno scudetto da 50. Unico plus… la bellezza della città. Più l’intercessione di Luca Toni (suo compagno nel Bayern) che gli ha detto: “vai a Firenze, ed esci con la maglietta sudata. Firenze, in breve tempo, sarà ai tuoi piedi”. E così è stato: Ribery corre come un bambino, si impegna come un adolescente, esulta come un esordiente, dispensa consigli come un veterano. Insomma, Franck Ribery percorre tutta la gamma del campione, e la mette a disposizione dei compagni. Ne viene fuori un mix vincente, che il popolo viola ha percepito, annusato fin da subito. Ed ora può vederlo, toccare con mano. Ribery è il nuovo idolo di Firenze, perchè Firenze… è entrata dentro di lui.
FINALMENTE, FEDERICO CHIESA: Intendiamoci, “Chiesino” non si è mai tirato indietro… sul campo. Altra cosa davanti ai taccuini, dove non si ricordano frasi dedicate alla Fiorentina. La partita con la Sampdoria, però, ci ha regalato un Chiesa diverso: più coinvolto, più partecipe, più propenso a diventare il leader di questa Fiorentina. Non a caso, in occasione del rigore dato e poi tolto a Sottil (innescato, vale la pena di ricordarlo, da un assist dello stesso Chiesa), il figliol prodigo si è premurato di comunicare alla panchina ed a Pulgar (rigorista designato) che… quel rigore non s’ha da battere. Quel rigore era roba sua, mostrando così carattere e personalità da vero leader. Insomma, per la prima volta Federico Chiesa è sembrato volersi prendere sulle spalle la Fiorentina.
BENTORNATO, GERMAN PEZZELLA: Uno che la Fiorentina l’aveva in mano, l’aveva persa, e ora l’ha ripresa… è il capitano: German Pezzella. Non è una fantasia giornalistica, Pezzella voleva lasciare la Fiorentina. Lo ha detto stasera Daniele Pradè. Ma non perchè non si trovava con Montella, piuttosto che non sentirsi bene a Firenze. Tutt’altro. Semplicemente German Pezzella aveeva capito che poteva ambire a piazze più prestigiose. E’ una colpa? Lo condanniamo per questo? Assolutamente no. A patto che, a mercato chiuso, le tentazioni rientrino nei ranghi e si ricominci a lottare uniti per la causa. E così è stato. Per Chiesa come per Pezzella. Non a caso, la Fiorentina è tornata prima a pareggiare, poi a vincere.
SQUADRA CHE VINCE… MA NON CONVINCE: Insomma, tutto bello, tutto risolto in casa viola? Dopo un mese passato all’ultimo posto, frutto di due sconfitte e due pareggi, basta un 2-1 striminzito su quella che ora è il fanalino di coda, per risolvere la questione? Nient’affatto. Il malato (la Fiorentina) è ancora convalescente. Ed il medico (Montella) non ha trovato la cura. Almeno quella definitiva. Domenica a San Siro contro il Milan comincia (per davvero) il campionato della Fiorentina. L’ultimo posto è abbandonato, la prima vittoria è arrivata (alleluja), Ribery cresce continuamente, Chiesa sta tornando… Manca solo un vero centravanti: Pedro, Vlahovic, scelga Montella. Ma il calcio è semplice quanto spietato, e senza uno che fa gol… si va da poche parti. A buon intenditor…