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Repubblica, tra un acquisto e l’altro si sono dimenticati di colmare il vero punto debole della Fiorentina, i terzini

Viareggio, Stadio dei Pini, 13.08.2017, Fiorentina-Parma, Foto Fiorenzo Sernacchioli. Copyright Labaroviola.com Tomovic

Rassegna Stampa

Repubblica, tra un acquisto e l’altro si sono dimenticati di colmare il vero punto debole della Fiorentina, i terzini

Redazione

22 Agosto · 10:56

Aggiornamento: 22 Agosto 2017 · 10:56

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Asfaltare il passato può essere meraviglioso. Soprattutto per chi lo fa. Tagliare, tagliare, cambiare, cambiare. Non a caso i manager hanno i loro bonus sui contratti, che a volte si rinnovano in automatico una volta raggiunto il target. E nel nostro caso il nuovo prodotto calcistico si chiama gioventù, perché quella alla gente piace. E c’è un motivo: se il presente non ti esalta puoi sempre guardare al futuro.

Sperare. Crederci. E anche sognare. Da sempre è così. Ma ora più che mai, perché la grande vittoria dei ricchi è aver convinto i poveri che sono destinati a restare dietro per sempre, e che se nella tua squadra gioca uno veramente forte tu gli fai ciao ciao con la manina, mentre conti i soldi messi in cassa come se fossero tuoi.

Tutti, anche i più ottimisti, hanno notato che la grande rivoluzione dei Fab four (Cognigni, Ramadani, Freitas e Corvino), tra un taglio e l’altro si è dimenticata ti mettere a posto quello che è da sempre il vero punto debole della Fiorentina: cioè i luoghi dove abitano i famosi e tanto evocati terzini. Cioè, ne sono arrivati due: Gaspar (3,5 milioni) e Biraghi (gratis con 2 milioni di riscatto). Uno a destra, uno a sinistra. In panchina, però. Il primo forse non si è ancora adattato, l’altro è arrivato tre giorni fa. Fatto sta che Pioli ha dovuto mettere in campo il vecchio Nenad e il mitico Maxi.

Onesti giocatori, ovvio, a cui sarebbe ingiusto dare tutte le colpe. Se giocano loro si vede che il quel ruolo sono sempre i migliori. Non a caso Pioli aveva chiesto due terzini affidabili. Ok, ingiusto giudicare una squadra incompleta. Però che la difesa meriti qualche riflessione è giusto dirlo, altrimenti si sconfina nell’errore opposto: fare finta di niente. Va detto anche che il pezzo meglio del reparto è stato Sportiello, che ha evitato l’umiliazione. E forse non è un caso se è arrivato dalla Spagna un centrale, Pezzella, che sembra destinato a diventare titolare, anche se il Vitor Hugo visto a San Siro non può essere quello vero.
Benedetto Ferrara, La Repubblica

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