
Una viola formato europeo, stavolta anche in campionato. Dove la vittoria in trasferta manca ormai dal 10 aprile (2-3 al Maradona contro il Napoli) e la classifica, alla luce dell’unico punto raggranellato nelle ultime tre partite, inizia a preoccupare. Se lo augura con tutto il cuore Vincenzo Italiano, che per la sfida di La Spezia (appuntamento per il tecnico mai banale, specie in virtù dell’accoglienza infernale ricevuta lo scorso 14 febbraio nella sua prima da ex) è pronto a varare il miglior undici possibile, riproponendo in campo quasi tutti quegli elementi «titolari» che giovedì contro il Basaksehir sono rimasti a riposo, anche solo in parte. Rispetto alla squadra che ha battuto i turchi infatti potrebbero essere fino a sei i cambi nella formazione di partenza, con Terracciano che riprenderà la maglia tra i pali al posto di Gollini e, verosimilmente, fino a due novità nel pacchetto difensivo: Dodo e Milenkovic infatti dovrebbero viaggiare spediti verso la conferma mentre al Picco si dovrebbero rivedere anche Martinez Quarta (in vantaggio su Igor, specie dopo l’errore del brasiliano in occasione del gol ospite di giovedì) e Biraghi sulla fascia opposta.
Anche a centrocampo sono previste alcune rotazioni, con però una certezza chiamata a fare gli straordinari dopo i 90’ in Conference League: è il caso di Amrabat in cabina di regia (eroe, nel bene e nel male, nell’ultimo match contro Nzola e compagni, con l’errore per il pareggio dei liguri e la rete decisiva al 90’), accanto al quale rispetto alla notte europea dovrebbero esserci due variazioni: da una parte Bonaventura, che è in vantaggio su Barak, e dall’altra Duncan, favorito su Mandragora, apparso non al top della condizione contro la squadra di Emre. Chiusura con l’attacco, che non potrà prescindere dai due assoluti protagonisti dell’ultima serata del Franchi, ovvero Kouame sulla fascia sinistra e Jovic al centro (il serbo va a caccia del suo terzo gol in campionato per confermarsi il giocatore più prolifico della Serie A nel mese di ottobre): dalla parte opposta infine sembra essere tornata l’ora di Ikoné. Lo scrive La Nazione.
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