C’è una classifica, poco invidiabile, in cui la Fiorentina sembra primeggiare. In un calcio in cui i passi indietro (anche per gli stipendi a cui si rinuncia) sono merce rara, il club viola rappresenta un’eccezione che dovrebbe far riflettere. Con la rinuncia all’incarico di Daniele Pradè sono salite a quattro le dimissioni in sette anni di gestione Commisso. Un record che non può non saltare agli occhi alla luce dell’ultimo atto, forse il più complesso da gestire per il patron italo-americano che si ritrova fisicamente lontano e con una società spaesata, alla vigilia di una partita che potrebbe rappresentare il capolinea anche per Stefano Pioli oltre al sigillo a un mercato, ad oggi, fallimentare.
Prandelli, Gattuso, Palladino e ora Pradè. Un elenco di cui ha rischiato di far parte anche Italiano (da molti rimpianto come Palladino) che il secondo anno fu convinto a restare, ma al terzo scelse di andare via anche a causa di un feeling mai sbocciato con la città. Lo scrive Ernesto Poesio sul Corriere Fiorentino.
