Domani alle 18 al Mapei la Roma affronta il Sassuolo nella 14a giornata di Serie A. Josè Mourinho ha parlato ai microfoni della stampa per presentare la partita contro gli uomini di Dionisi. Tra i temi trattati i neroverdi, lo ‘sfogo’ post-Servette e il mercato.
Vorrei chiedere dove arriverebbe la Roma con 5-6 giocatori con la mentalità di Sinner…
Nello sport individuale sei da solo, bisogna avere coraggio, personalità. E un’altra cosa che non posso dire, è una parolaccia. Se perdi non puoi dare responsabilità a nessuno. Ed è un esempio per gli sport collettivi, io sono allenatore e mi piace analizzare anche queste cose. Perdete tempo però se pensate che dirà il nome dei giocatori a cui mi riferivo. Più positivo è il rapporto che hai con qualcuno e più è facile dire cose ‘brutte’. Quello che ho detto continuo a pensarlo. Quando c’è empatia è più facile dire cose ‘brutte’ e poi tornare alla situazione normale. Il rapporto è buono, molto, e andiamo tutti insieme a Sassuolo a cercare di fare risultato. Una partita che per diversi motivi non mi fa sentire a mio agio.
Che insidie nasconde la gara?
Il Sassuolo. Ha un bravo allenatore, un bel progetto. Giocano tante partite, si preparano per questa da una settimana e arriveranno al top. Abbiamo spesso difficoltà contro il Sassuolo. Mi preoccupa l’arbitro anche, lo abbiamo avuto tre volte come IV uomo e non ha la stabilità emozionale per questo livello. Non è solo Sassuolo-Roma, è una partita importante. Non mi lascia tranquillo il profilo dell’arbitro e nemmeno quello del Var. Abbiamo avuto sfortuna con lui. E poi mi dispiace dirlo, ma Berardi deve avere più rispetto per gli avversari e per il gioco, fa troppo per destabilizzare il gioco, per prendere rigori inesistenti. Amo il giocatore, le sue qualità, ma non mi piacciono quegli atteggiamenti in campo.
C’è una maniera per addestrare i giocatori ad essere sempre sul pezzo?
L’ho detto ai giocatori, se vogliamo avere l’ambizione di volere di più dobbiamo fare di più. Mi darebbe forse più adrenalina giocare per salvarmi che stare in una situazione di tranquillità che magari piace ad altri allenatori. Ci sono allenatori che fanno giocare bene le squadre, ma lì, senza troppe responsabilità. Dobbiamo avere meno superficialità. Io ho vinto a Madrid con 100 punti, l’ho perso con 93 punti. Se un giorno pareggi sei già in difficoltà. Questo è duro, dover vincere ogni partita. Nel nostro caso non abbiamo bisogno di vincerle tutte, non ne abbiamo il potenziale, per lottare contro Juve o Inter per il campionato, ma abbiamo il potenziale per lottare per la Champions. Dobbiamo alzare il tono, non so se riesco a farlo arrivare ai ragazzi solo con le parole, si può migliorare anche con il lavoro di campo, ma è dura, perchè lavoro quasi di più con quelli che non giocano che con quelli che giocano. Poi ci sarà la Fiorentina, finalmente una settimana piena per lavorare.
IL RETROSCENA SU DIA E LA FIORENTINA