Lionello Manfredonia, ex calciatore della Roma, crollò a terra il 30 dicembre 1989 al Dall’Ara, si trattò di un arresto cardiocircolatorio. Ecco le sue parole a La Gazzetta dello Sport: “La dinamica di quanto accaduto a Bove è molto simile alla mia. Un malore improvviso non determinato da un’azione di gioco e poi l’arresto cardiocircolatorio. Ancora oggi non so esattamente cosa mi successe. E’ vero, ci fu l’arresto cardiocircolatorio. Ma nessuno è mai riuscito a fare chiarezza sulle cause che lo determinarono.
Si parlò di infarto, ma non fu un infarto. Io avevo già compiuto 33 anni e decisi di chiudere con il calcio. Anche perché non mi avrebbero più dato l’idoneità calcistica.
Ha avuto una vita normale dopo quel brutto momento? Sì, ho giocato a calcio a 5, tennis e padel, anche perché dopo quell’episodio i medici non hanno più riscontrato anomalie. Può essere un buon auspicio anche per Bove? La cosa più importante è che si rimetta. Il fatto che siano arrivate subito buone notizie è confortante.
Io rimasi intubato per tre giorni. Ho letto che Bove è tornato già ad avere pieno controllo delle proprie facoltà. E questa è una cosa importantissima sia a livello umano, che sul piano del futuro calcistico.
Potrà tornare in campo? Io dico di sì. Chiaramente dopo aver svolto tutti i controlli del caso. Io spero e credo che si tratti di un episodio passeggero. Ha 22 anni e una carriera davanti, è giusto che continui. In caso che non gli venga data l’idoneità calcistica in Italia, sono convinto che andrà all’estero.
Quali potrebbero essere state le cause? Secondo me lo stress. Io avevo perso da poco mia madre e decisi di affrontare quella situazione tenendomi il dolore dentro. Bove invece ho letto che ha sofferto molto il trasferimento alla Fiorentina. Ovviamente non perché è un piccolo club ma perché essendo un ragazzo romano e tifoso della Roma avrebbe voluto continuare in giallorosso.
Probabilmente in questi mesi ha vissuto una situazione di grande tensione che è esplosa domenica. Ci somigliamo come calciatori? Non credo proprio, io ero nato come difensore poi mi hanno spostato a centrocampo. Lui un centrocampista che sa fare tutto. Può ancora crescere molto”.