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Mancini: “Ho scelto il numero 23 per Astori. Con lui ho fatto il ritiro a Moena con la Fiorentina”

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Mancini: “Ho scelto il numero 23 per Astori. Con lui ho fatto il ritiro a Moena con la Fiorentina”

Redazione

28 Ottobre · 18:16

Aggiornamento: 28 Ottobre 2019 · 18:16

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Gianluca Mancini ha parlato a Dazn, queste le sue parole su Astori e la Fiorentina

Tornando alle giovanili con la Fiorentina, la preparazione della gara è sempre la stessa per te o è cambiato qualcosa?
“No, è cambiato tutto. Oggi Gianluca professionista è un’altra persona. A quel tempo la vivevo in maniera tranquilla: andavo a scuola, vedevo gli amici e giocavo, sempre con l’obiettivo di arrivare. C’era già un’impostazione, ma finché non sono arrivato a Bergamo non l’avevo capita. Nei primi mesi in serie A a Bergamo ho capito che per stare in Serie A e rimanerci devi cambiare totalmente. Oggi sono un professionista, vivo per il calcio oggi: dormire bene, mangiare bene, riposare, fare lavori preventivi, se serve qualche massaggio e dedicarmi solo a questo sport”.

Com’è andata la prima convocazione in Nazionale?
“È stata molto bella, mi sembrava come quando sono passato dalla Primavera della Fiorentina alla prima squadra. Ero in Under 21 e mister Di Biagio mi disse che il c.t. Roberto Mancini mi aveva convocato. Andai fuori di me, chiamai subito i miei genitori, la mia compagna. Dicevo ‘Io in Nazionale?! Veramente?”. Sono andato in Nazionale, mi sono ritrovato davanti Chiellini, Bonucci, Verratti, Florenzi… gente che io tifavo con i miei amici agli Europei e ai Mondiali. A un tratto mi sono ritrovato lì, è stato bellissimo. A Firenze andavo in prima squadra, tanti mi prendevano in giro dicendo che ero il figlio di Mancini. Anche in Nazionale il mister mi fece una battuta sul cognome. Mi disse ‘Ti chiami come me, devi portare in alto il nostro cognome’. Lì gli ho confessato che tanti credevano fosse mio padre”.

Sei molto legato al 23.
“Sì”.

Sai chi l’ha indossato quel numero qui a Roma?
“Qui a Roma sì, quando arrivai scelsi quel numero e la prima cosa che pensai fu questa. Perché l’ha avuto Davide Astori. L’ho conosciuto per due mesi in ritiro a Moena con la Fiorentina. Ci sono state tante persone che hanno parlato bene di lui e se tante persone parlano bene di uomo, significa che quell’uomo lì era veramente speciale. Era una persona fantastica e a pensarci oggi a distanza di tempo, poco tempo, fa sempre male. È sempre un colpo al cuore”.

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