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La Salernitana è di nuovo in A, ma io non dimentico quel maledetto martedì di un novembre del 1998
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La Salernitana è di nuovo in A, ma io non dimentico quel maledetto martedì di un novembre del 1998

Francesco Pistola

11 Maggio · 11:36

Aggiornamento: 11 Maggio 2021 · 13:02

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nessuno di noi ha dimenticato quanto accaduto all’arechi

 

Foto di repertorio TMC

Quel maledetto martedì 3 novembre del 1998 lo ricordo come se fosse oggi. Partii dalla mia Napoli in macchina con altri 4 amici alla volta di Salerno per ipotecare, almeno secondo i miei calcoli da tifoso accanito, il passaggio agli ottavi di coppa UEFA. In Svizzera contro il Grassopher avevamo vinto per 2-0 ed ero quindi convinto che fosse stata una passeggiata, ma cosi non fu. Anzi ci fu il delirio. Per spiegarlo ai più giovani diciamo che furono attimi in stile finale di coppa Italia contro il Napoli del 2014, con la morte di Ciro Esposito. Certo gli avvicendamenti di quel maledetto martedì furono diversi, ma la tensione fu la stessa.

Ma adesso vi racconto meglio quali furono gli avvenimenti.

Correva l’anno calcistico 1998/99 e la Salernitana era stata da poco promossa in A. In quella Salernitana giocavano giocatori del calibro di Stefano Fresi passato poi all’Inter, Marco Di Vaio passato poi alla Lazio e Gennaro Gattuso giusto per citarne qualcuno. La Fiorentina di quell’anno la conosciamo tutti, è quella Fiorentina del Trap che sognò lo scudetto fino all’infortunio occorso a Batistuta ed al carnevale di Rio di Edmundo. Tutti sappiamo ahimè come si concluse quel campionato.

In una domenica di ottobre e precisamente il 25 i granata salirono a Firenze e dopo i 90 minuti regolamentari se ne tornarono a Salerno carichi di meraviglia in tutti i sensi. E si, perché sul campo la squadra subì un netto 4-0 cadendo sotto le doppiette di Edmundo e Batistuta ma non finì lì, qualche ora dopo dei tifosi viola tesero un agguato alla stazione di Santa Maria Novella ai tifosi avversari con quasi 50 tifosi granata feriti o almeno così riportavano i giornali dell’epoca.

Un agguato che nessuno si sarebbe mai aspettato visto i pochissimi precedenti in campo. I tifosi salernitani giurarono vendetta, ed ebbero la possibilità di vendicarsi appena una settimana dopo. La Fiorentina infatti avrebbe giocato a Salerno la sfida di ritorno di coppa UEFA contro il Grassopher, causa squalifica del campo per oggetti lanciati al Franchi in occasione del match con il Barcellona.

Erano precisamente i sedicesimi di finale e dopo il 2-0 in Svizzera firmato Batistuta e Robbiati, al ritorno si giocò sul campo neutro di Salerno. La scelta ricadde sull’Arechi per la capienza della struttura ma soprattutto per devolvere l’incasso agli alluvionati del Sarno, e nessuno si sarebbe mai aspettato quello che realmente successe.

La partita fu giocata in un clima di Guerriglia urbana con i tifosi granata che non avevano dimenticato quanto successo la settimana prima, e con i supporters viola che esposero striscioni pro Cavese, da sempre nemica storica dei salernitani. La doppietta messa a segno da Lulù Oliveira non servì a distendere gli animi e dopo che il Grassopher accorciò le distanze verso la fine del primo tempo, i tifosi della Salernitana lanciarono una bomba carta in campo ferendo il quarto uomo Philippe Flament della federazione belga, il quale riporto le seguenti ferite: rotula spappolata e trenta giorni di prognosi.

La partita venne sospesa e sugli spalti si scatenò il caos più totale, i giocatori in campo temerono anche per la loro incolumità, tant’è vero che Pasquale Padalino anni dopo racconterà con tensione, gli attimi di panico vissuti in campo, con i giocatori viola che verranno scortati sin dentro gli spogliatoi.

Fuori all’Arechi si scatena la vera guerriglia tutti contro tutti, i tifosi si lanciano di tutto ed alla domanda di un giornalista sul perché di tanto odio represso i salernitani replicano di essere stati maltrattati giusto una settimana prima in quel di Santa Maria Novella.
Il giorno seguente il giovane tifoso granata, tale Antonio Avossa , autore del lancio incriminato sarà arrestato insieme ad altri quattro tifosi furono denunciati per detenzione di materiale esplosivo.
L’UEFA condannerà la Fiorentina per la fantomatica regola della responsabilità oggettiva, 0-3 a tavolino, tutti a casa e niente più notti di sogni europei.
Il club di Cecchi Gori provò a dimostrare i precedenti in senso contrario anche in campo internazionale, ma gli venne comunque riconosciuta la responsabilità oggettiva, e lo 3-0 a tavolino fu confermato anche in sede di ricorso.

Ieri la Salernitana è ritornata in A a distanza di tantissimi anni, e tutti noi tifosi non più giovani ricordiamo con tristezza quei 45 minuti di panico, che segnarono la nostra uscita dalla coppa. Io soprattutto non dimenticherò mai quel maledetto martedì, riuscii a tornare a casa solo alle 4 del mattino, dopo aver passato più di due ore fra controlli delle forze dell’ordine e cercando di ritrovare i miei amici. Col tempo tutto passa e tutto si dimentica, soprattutto quando ormai hai più di 40 anni e non hai più lo sprint del giovane tifoso, e con tutta sincerità spero che ormai le acredini siano passate, ma da qui ad esser felice di rivedere la Salernitana in A ce ne passa. Quindi se la stessa squadra dovesse riscendere rovinosamente in serie B magari proprio grazie ad una sconfitta contro di noi, mi sentirei quanto meno ripagato, di quell’assurdo martedì autunnale del 1998.

Francesco Pistola

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