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La Procura della Figc chiede 11 punti di penalizzazione alla Juventus per aver fatto false plusvalenze

(From L) Juventus' President Andrea Agnelli, Juventus' vice-president Pavel Nedved, Juventus's managing director Maurizio Arrivabene and Juventus Sports Coordinator Federico Cherubini attend the Italian Serie A football match between Juventus and Sassuolo on August 15, 2022 at the Juventus stadium in Turin. (Photo by Marco BERTORELLO / AFP) (Photo by MARCO BERTORELLO/AFP via Getty Images)

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La Procura della Figc chiede 11 punti di penalizzazione alla Juventus per aver fatto false plusvalenze

Redazione

22 Maggio · 13:18

Aggiornamento: 22 Maggio 2023 · 13:22

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È durata quasi tre ore l’udienza davanti alla Corte federale d’Appello, con le parti collegate da remoto, compreso il presidente Ferrero. Il procuratore Chinè ha aumentato la richiesta rispetto all’ultimo processo, chiedendo inoltre 8 mesi per i 7 ex dirigenti. I giudici sono ora in camera di consiglio per definire la sentenza

È di 11 punti di penalizzazione la nuova richiesta formulata alla Corte federale d’Appello dal capo della Procura federale Giuseppe Chinè contro la Juve nel processo pluvalenze: il 20 gennaio, nel procedimento riaperto per revocazione, la richiesta era stata di 9 punti, diventati 15 con la sentenza della Corte. Il procuratore cercando un’afflittività tale da poter precludere la partecipazione della Juve alle prossime coppe europee, si dovrebbe essere basato sulla classifica di Serie A di questa mattina, anche se il club sarà impegnato questa sera a Empoli.

Chiesti anche 8 mesi di inibizione per i 7 ex dirigenti bianconeri (l’ultima volta ne aveva chiesti 12).L’udienza era iniziata alle 10.07 – con le parti collegate da remoto compreso il presidente bianconero Ferrero – e si è conclusa intorno alle 12.50, quando i giudici della Corte si sono riuniti in camera di consiglio per definire la sentenza.

Si trattava della terza volta in cui il secondo grado della giustizia sportiva discuteva il caso: la prima, il 27 maggio 2022, si era chiusa con il proscioglimento di tutti i club coinvolti a iniziare dai bianconeri per l’impossibilità di stabilire un reale parametro di valutazione economica di un giocatore; la seconda, il 20 gennaio 2023 alla luce dei nuovi elementi emersi dall’inchiesta Prisma di Torino, con la penalizzazione di 15 punti al club e le inibizioni ai dirigenti. Quattro di queste – quelle di Agnelli, Paratici, Cherubini e Arrivabene – sono state confermate dal Collegio di Garanzia dello Sport.

Adesso la Corte è chiamata a motivare la rilevanza della posizione degli altri sette ex dirigenti coinvolti ai fini della sanzione data: si tratta di Pavel Nedved, Paolo Garimberti, Assia Grazioli-Venier, Caitlin Mary Hughes, Daniela Marilungo, Francesco Roncaglio ed Enrico Vellano.

È per loro che Chinè ha chiesto ora 8 mesi di inibizione.Il processo si è aperto con una requisitoria di quasi un’ora del capo della Procura federale, tornato a guidare l’accusa dopo essere stato assente davanti al Collegio. Visto che la Federazione non si era costituita, il 19 aprile era stato sostituito dal procuratore generale dello Sport Ugo Taucer.

Quindi è stata ascoltata la difesa Juve – con gli avvocati Bellacosa, Sangiorgio e Tortorella – che dovrebbe puntare in particolare sull’interpretazione della parola “afflittività” (non necessariamente collegata alla perdita della Champions) e sulla “discontinuità” degli attuali vertici societari rispetto a quelli coinvolti nell’indagine.

I giudici – totalmente cambiati rispetto a quelli del -15 del 20 gennaio scorso – sono ora riuniti in camera di consiglio: la sentenza dovrebbe arrivare in serata, ma non è escluso che – complice pure l’impegno di campionato dei ragazzi di Allegri – possa slittare a domani. Lo scrive La Gazzetta

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