Questa l’analisi di TMW riguardo Luka Jovic, tra i gol che sta ritrovando e i fischi delle Curva Fiesole dopo le esultanza provocatorie:
Luka Jovic sta ritrovando la strada, la via verso il gol. Due contro il Basaksehir decisivi per la qualificazione e ne potevano arrivare anche altri. Sono sei in stagione, quattro in quella Conference League (tutti nelle ultime tre partite) che sta diventando un nuovo habitat di conquista. Se il feeling con la porta sta tornando su livelli degni di chi ha avuto uno status da potenziale star ad accompagnarlo, quello con l’ambiente sembra ancora da perfezionare.
Colpa di un dito puntato all’orecchio come segno di esultanza: se contro l’Inter si trattava palesemente di un accenno polemico, corredato da altri gesti che facevano intendere “chiacchiere”, nel caso dei due centri ai turchi il movimento un po’ meno accennato e accolto diversamente a seconda della fetta di stadio, lascia più dubbi a interrogativi.
C’è chi ci vede segnali di sfida, chi un tappo all’orecchio per ignorare le critiche: qualsiasi sia il significato celato, agli atti si registrano mugugni (fino a fischi a bassi decibel) sollevatisi dalla Curva Fiesole, anche dopo la doppietta al momento della sostituzione nel finale, mentre il resto dello stadio si dilettava in applausi per lui, ricambiati.
A voler stemperare l’atmosfera c’è in prima linea Italiano, che ha ribadito il concetto in conferenza stampa. Sa quanto gli sono mancati finora i gol: adesso che stanno arrivando, rischiare di farseli sfuggire per questioni extra-campo sarebbe quasi delittuoso. Se non l’ha già fatto, sarà sua premura sistemare al più presto questo aspetto, come prima cosa direttamente con il suo calciatore.
LE PAROLE DI ITALIANO A FINE PARTITA
Italiano: “Jovic non voleva essere polemico. Gol subito errore comunicazione tra Igor e Mandragora”