Benvenuti al villaggio della Fiorentina. Benvenuti nella nuova storia della società viola. Benvenuti, insomma, al Viola Park.Tanto sole, caldo estivo, musica che rimbalza in attesa del match, i giocatori (delle formazioni Primavera di Fiorentina e Milan) che palleggiano e si scaldano su un terreno di gioco che sembra il tappeto di un biliardo. E’ questa la prima foto ufficiale dell’apertura al pubblico e ai tifosi del centro sportivo voluto, realizzato e intitolato a Rocco Commisso. C’è aria di festa, ma c’è prima di tutto tanta curiosità nel poter vivere dall’interno quel Viola Park che da troppe settimane – diciamo pure mesi – era stato un incrocio più di diatribe tecniche, lotte a permessi da chiedere e poi ottenere, dibattito trasversale politico-sociale.
Invece, il Viola Park era ed è soprattutto sport, calcio. Vanto di un progetto – firmato dall’architetto Marco Casamonti – a cui Commisso ha voluto credere fin dal primo attimo in cui decise che la Fiorentina avrebbe dovuto avere una casa tutta sua. Ci sono circa 1200 tifosi, per una prima delle ’porte aperte al Viola Park’ che lo speaker che accende la giornata definisce «storica».
«Storica perchè a 97 anni dalla sua fondazione, adesso la Fiorentina, ha la sua casa – continua –. Ed è di una bellezza eterna». Enfasi e concetto di eternità a parte, il Park regala comunque e immediatamente sensazioni speciali. L’orizzonte e gli spazi di campi da gioco, foresterie e uffici, è infinito ma non stride affatto con le colline attorno che disegnano Bagno a Ripoli da un lato e dall’altro lato lo skyline di Firenze. La prima partita ufficiale del Viola Park, quella appunto fra Fiorentina e Milan del campionato Primavera si gioca nel mini-stadio «Curva Fiesole».
Due le tribune coperte, ognuna con una capienza di 1500 posti, un tabellone stile Franchi e un clima in cui Commisso si sente davvero e con orgoglio il padrone di casa. Sorride, posa con i piccoli tifosi, saluta e prima di tutto si concede il lusso e il vanto di dare il calcio d’inizio alla partita. Palla al centro, giacca azzurra, camicia leggermente aperta e via, si parte. Il tifo – con un gruppo di ultras presenti sulle tribunette – è quello da spicchio di curva Fiesole, la partita, per la verità non è un granchè, con il Milan sicuramente ben disposto in campo, ma meno bello del previsto e la Fiorentina inizialmente in affanno e poi più concreta e motivata.
Dallo 0-1 si arriva e si chiude sull’1-1. Con un cenno di cronaca che poi è un altro pezzettino di storia: Rubino, su ribattuta di un rigore respinto, firma il primo gol ufficiale su un campo del Viola Park. Applausi e tutti in fila in direzione dell’uscita. Ma prima un selfie. Magari con Italiano. Seduto lì, fra Rocco e Barone, nel salotto della nuova casa della Fiorentina. Lo scrive La Nazione
Il giornalista cacciato dal Viola Park rovina la giornata: “Avevo pagato normalmente il biglietto”