Vincenzo Guerini, ex dirigente Viola, è intervenuto ai microfoni del Pentasport, trasmissione di Radio Bruno, per parlare dei temi caldi in casa Fiorentina. Ecco le sue parole:
TORREIRA “Spero di non essermi sbagliato. Finora ha fatto una carriera discreta, giocando in squadre piuttosto importanti. Lo avevo visto nel 2016 in una partita a Bologna, uno spareggio per andare in Serie A. Giocava davanti alla difesa, aveva una responsabilità enorme, e mi aveva colpito tantissimo. Infatti lo avevo segnalato, poi non so cosa sia successo perché il mio compito era solo segnalare i giocatori. Quando Pradè è andato alla Sampdoria se l’è preso e mi pare che abbiano fatto un affare niente male con l’Arsenal. Ora arriva a Firenze più maturo. Mi auguro, da tifoso viola, che serva alla causa. È molto difficile, perché è un giocatore diverso, ma spero faccia rinverdire i fasti di Pizarro“.
PASSATO A FIRENZE “Il fatto che mi amareggia non è che non prendano un giocatore che segnalo: ricordo che quando c’ero io la Fiorentina offrì 10 milioni di euro per Verratti, tanta roba per uno che veniva dal Pescara, ma è andato al PSG ed è finita lì. Quello che mi ha amareggiato è che a volte ne segnalavo 5 e non andavano su nessuno”.
SOVRAFFOLAMENTO CENTROCAMPO “C’è questo rischio, anche perché sono tanti centrocampisti che si assomigliano molto come valore. Ogni allenatore si assume questo rischio, è un po’ la loro condanna. La soddisfazione è avere alternative, se ne hai troppe devi fare certe scelte e non è facile. Sarà importante capire l’intelligenza dei ragazzi: magari servirebbe alzare l’asticella della competitività, però non è facile perché sono tanti”.
ASPETTATIVE “Quest’anno la Fiorentina deve fare un campionato diverso da quelli tristi del passato, i giocatori devono capire questo. Di conseguenza, ognuno deve rinunciare a qualcosa. L’individuo è importante ma è più importante il gruppo”.
PROIEZIONE FINALE “Sulla carta, ho apprezzato molto la scelta di Italiano. Credo sia l’inizio di una nuova era per i viola. Senza pretendere di arrivare subito in Europa, come spesso si fa a Firenze: costruiamo il gruppo e costruiamo il gioco, perché si vede un progetto logico”.
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