Su La Nazione troviamo l’articolo di Benedetto Ferrara su Gudmundsson e sulla diversità di rendimento tra Nazionale e Fiorentina:
“La sosta è finita. Un po’ come quando eravamo bambini e i genitori ci davano il permesso di andare a giocare fuori. Lo stop del campionato ti costringe a trascorrere giorni senza argomenti: ti arrovelli, mediti, ripeti per giorni le stesse cose in attesa del calcio di inizio della tua vita da tifoso. Certo, dipende anche da come ti hanno lasciato in sala d’attesa. E in questo, caso, come sappiamo bene, la Fiorentina non ha lasciato la sua gente con pensieri allegri e dolci visioni all’orizzonte. Tre punti, una classifica divertente come il calcio della Fiorentina, una trasferta a Milano e un caso che nessuno fino ad oggi è riuscito a risolvere: il codice Gud.
Perché, oltre all’infortunio di Kean (ma pure al Milan le nazionali hanno creato qualche problema), la sosta ha regalato ai tifosi viola e forse anche a Stefano Pioli, qualcosa di veramente indecifrabile. In realtà il fatto che l’islandese abbia giocato due grandi partite in nazionale, due sfide non facili (Ucraina e Francia), da una parte fa piacere, dall’altra ti obbliga a porti una domanda a cui, per ora, è davvero difficile rispondere. Questa: perché un giocatore di classe col viola addosso passeggia lontano da se stesso per poi ritrovare colpi d’autore quando sente l’inno della sua Nazione? E’ più di un anno che seguiamo con partecipazione le prove del numero dieci da venti milioni, quello che a Genova sembrava un fenomeno.
Tutto si è detto e tutto si è scritto: dal paragone di Hamrin (che il meraviglioso e indimenticato Kurt ci perdoni) alle varie teorie tecnico, tattico esistenziali. Prima era il gioco di Palladino a penalizzarlo. Tanti lancioni per Moise e lui a guardare palloni passargli sopra la testa. Poi partiva troppo indietro, poi troppo avanti, e poi non parla italiano (ma a Genova parlano islandese?) e poi gli infortuni, forse l’unica spiegazione sensata su questa vicenda. Il cambio in panchina ha rinvigorito l’entusiasmo di molti, che giustamente avevano rimosso una stagione non proprio all’altezza immaginando di vedere finalmente un numero dieci fare il numero dieci, cioè invenzioni, assist e gol.
D’altra parte che Gud abbia piedi pregiati è difficile negarlo. Solo che adesso c’è davvero bisogno di lui, perché la Fiorentina non può permettersi di giocare in dieci. Sicuramente Pioli avrà visto le partite dell’Islanda. E ci sta anche che il tecnico della Fiorentina abbia fatto due chiacchiere col ct islandese per chiarirsi le idee. O forse no, chissà. Ma questo codice va comunque decriptato. Magari Gud potrebbe indossare la maglia della sua nazionale sotto la maglia viola. Oppure si potrebbe chiedere al Milan di suonare prima del fischio di inizio l’inno d’Islanda, tanto nessuno se ne accorge, no? Difficile, però. Vediamo cosa accade. Intanto bentornati nel nostro calcio. Confidiamo che Pioli torni on fire. Non come Giovanna D’Arco, però”
