Immaginate di essere una calciatrice, che ha faticosamente conquistato una maglia importante in Serie A. Una domenica, in campo, mentre correte cercando di dare il meglio di voi e portare a casa una vittoria per la squadra, venite insultate ininterrottamente da uomini seduti in tribuna a pochi metri da voi. È successo il 25 novembre a Cristiana Girelli, attaccante della Juventus Women classe 1990, durante il match con la Fiorentina nell’ottava giornata del campionato di Serie A di calcio femminile.
La partita è finita bene per le bianconere: 2-0 con un gol al 9′ del primo tempo proprio di Cristiana, che abbiamo chiamato per un commento sull’accaduto: «Si è trattato di quattro imbecilli che odiano la Juve e sono venuti a vedere la partita e mi hanno presa di mira perché ho fatto il primo gol». Ma sottolinea anche quanto sia «stupido e assurdo che sia successo proprio nel corso della Giornata contro la violenza sulle donne. Si predica bene e razzola male».
Cristiana mi racconta che i soggetti in questione hanno addirittura giustificato le offese: «Mi hanno detto di averlo fatto perché dopo aver segnato ho esultato contro di loro ma non è assolutamente stato così e chi era allo stadio lo sa bene. La mia esultanza era rivolta alle mie compagne di squadra: io non manco di rispetto a nessuno». Infatti a mancare di rispetto non è stata lei, ma questi non identificati odiatori.
E quando chiedo a Cristiana di quali tipologie siano stati gli insulti, mi risponde: «Mi hanno urlato che ho il culone, che sono grassa e grossa, che sono brutta come la maglia che indosso, che sono una juventina di merda. Se ci ripenso mi viene da ridere, anche in campo mi sono messa a ridere». Ben venga non sentirsi ferite e umiliate, ma un elemento innegabile va sottolineato: per offendere una donna si finisce sempre lì, nel sessismo da due soldi e nel bodyshaming. A un uomo raramente si urla: «Sei basso, hai la pancia, sei pelato».
Per esempio, Leonardo Bonucci, che Cristiana ha citato intervistata da Sky dopo il primo tempo dicendo che «la mamma dei cretini è sempre incinta», era stato fischiato in Nazionale sabato 17 novembre durante Italia-Portogallo, ma il motivo della forte antipatia dei tifosi nei suoi confronti sono le due discusse scelte calcistiche, i passaggi di maglia. Cristiana no, ha fatto gol e le hanno urlato che ha il culo grosso: «È molto grave che a una professionista succeda una cosa del genere solo perché è donna».
E mi spiega poi che anche l’intervista a bordo campo, durante l’intervallo, è stata complicata: «Non riuscivo a rispondere alle sue domande perché le tribune e il campo erano vicinissime… Queste persone erano a cinque metri da me e continuavano a insultarmi. Lì probabilmente avrebbero dovuto allontanarle». Perché in un piccolo stadio tutto è amplificato, non si parla di un’offesa che si perde tra decine di migliaia di persone a San Siro. Ma nessuno ha isolato chi la importunava. Un gesto di solidarietà durante la partita è arrivato dal’avversaria Ilaria Mauro della Fiorentina Women’s, che «appena ha sentito gli insulti si è rivolta verso la tribuna per dire di smetterla. Questo è da apprezzare e sottolineare».
Cristiana sa anche che essere donna e giocatrice della Juve è doppiamente difficile, perché il club bianconero è «odiato da tantissimi, in tutta Italia. Ed è brutto che anche la squadra femminile sia presa di mira». Ma lei non si fa certo abbattere: «La partita comunque è finita 2-0 per noi e tutti a casa. Questo è l’importante».
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