Questa sera l’ospite ai microfoni di Passione Fiorentina TV è Francesco Flachi:
Cecchi Gori?
Bellissima persona, umile, ha dato tanto alla Fiorentina e fatto tanto. Secondo me ha voluto fare il passo più grande, voleva essere all’altezza di qualche squadra superiore e un po’ l’ha pagato. Poteva vincere un paio di scudetti, non posso che parlare bene di Vittorio. Non ci ha mai fatto mancare niente.
Trapattoni?
Penso che quando un giovane sa di essere allenato da Trapattoni, pensi che incontri un maestro. Cercare di avere un suo giudizio positivo è il massimo. Io venivo dall’anno di Ancona in 6 mesi, 10 reti in 17 partite speravo che la Fiorentina mi tenesse in considerazione per il futuro. Trap venne in camera da me in Spagna, contentissimo per quello che stavo facendo, rimase impressionato per la preparazione che feci. Gli dissi che volevo stare più lungo possibile a Firenze, lui mi disse che della scadenza erano problemi della società. Tornai dal ritiro, il mister mi disse che non mi convocò per i problemi di società. Da lì cambiai un po’ atteggiamento ed idea e forse mi cadde un mito. Durante l’anno poi mi è caduto più di una volta, mi aspettavo un’altra persona. Rimasi un po’ delusa.
Ranieri?
Il mister devo solo ringraziarlo, mi ha buttato dalla Primavera alla prima squadra. Feci gol nel Portsmouth. Nel secondo anno mi disse che preferiva che mi fossi andato a fare le ossa per tornare più maturo, gli dissi che andava bene. Vittorio poi gli disse che non mi sarei mosso, Flachi è un diamante e resterà qui. Non giocai tutto l’anno ma giocai la finale di ritorno a Bergamo, mi levai quella grande soddisfazione.
Batistuta?
Penso che sia un mito, una persona che ho avuto il piacere di vederlo giorno per giorno 6 anni. Aveva un carisma, una personalità ed una forza anteriore che trascinava la squadra. Ho sempre un aneddoto, quando entravi sotto il tunnel e vedevi il tuo capitano con i capelli stirati ed il colletto tirato su, era da brividi, ti dava una carica enorme. Devastante, tante volte alle 7 del mattino facevamo l’allenamento. Ogni allenamento migliorava sempre, è stato devastante. Ho avuto il piacere di giocare con l’attaccante più forte di tutti.
Coppa Italia?
Notte favolosa, penso che per qualsiasi giocatore vincere un trofeo. Ho avuto la fortuna di vincere due Coppe Italia in un mese, con Primavera e prima squadra. Soddisfazione che mi porto dietro. Fu proprio Bati a farmi giocare. Avendo giocato poco stavo meglio di tutti, quella settimana lì iniziai a provare accanto a lui per la partita. Il problema è che non lo immaginavo. Ranieri un’ora e mezzo della partita mi chiamò e mi disse “Giochi te”. Lì per lì ero euforico, un po’ me l’aspettavo, sono stato bravo, mi ero concentrato. Penso di essere stato uno dei migliori in campo.
Ora c’è sempre meno appartenenza nel mondo del calcio. Se possono esserci giocatori che aiutano, io ho imparato a giocare da Chiarugi a Baiano. Questi giovani chi hanno avuto prima di loro? Nessuno. I valori di come ci si allena. Nel calcio di ora ci sono sempre meno giocatori che possono dare ciò. Vanno insegnati i valori, e che cosa sono gli spogliatoi. Ho 70 bambini e questa cosa mi ha appassionato. Io posso insegnare perchè ho fatto ed ho passato le cose più brutte della mia vita. Basta poco. Non ci sono questi tipi di persone che insegnano che cosa va fatto e non.