Non sarà una partita come le altre. E su questo possiamo mettere la mano sul fuoco. Il derby dell’Appennino stavolta vale qualcosa in più del solito. D’accordo, la rivalità è datata e forse anche un po’ arrugginita, ma la sfida di domani pomeriggio ha un retrogusto europeo che mancava da tempo. Uno spareggio? Forse, anche se a metà novembre è fin troppo presto per escludere qualcuno dalla corsa all’Europa. Sicuramente il Bologna ha avuto il merito di inserirsi nelle zone nobili della classifica, addirittura un punto avanti alla Fiorentina che dopo la vittoria contro il Napoli ha provato a sognare anche qualcosa in più. La picchiata è stata poi vertiginosa. Tre sconfitte, zero gol all’attivo. In mezzo le sette reti rifilate al Cukaricki nelle due gare, ma è chiaro che il periodo sia un po’ così. Il Bologna invece vola.
Non perde dal 21 agosto contro il Milan. I risultati utili consecutivi in campionato sono dieci (più la vittoria in Coppa Italia con il Verona) e il dato è da record. Mai un risultato simile nell’era Saputo, più in generale bisogna tornare indietro di oltre quarant’anni per trovare qualcosa di analogo nella storia rossoblù. Logica conseguenza il settore ospiti esaurito in pochi minuti dalla messa in vendita dei biglietti. Dicevamo di uno scontro europeo. Vero, chi vince fa un bel balzo in avanti e la speranza è che sia la Fiorentina. Il rischio di vedersi scappare le altre è concreto. Obiettivo non spezzare la classifica e tenere a portata di mano più squadre possibili.
Italiano ha ragione: c’è tempo per correggere gli errori e per migliorare i risultati, però è anche vero che rincorrere è difficile con i tanti impegni che ha la Fiorentina. Il campionato dello scorso anno è la dimostrazione lampante che rilassarsi troppo non si può se si coltivano ambizioni di un certo tipo. Il derby è anche un confronto importante tra le due proprietà. I rapporti sono eccellenti, prova ne è la visita privata al Viola Park di qualche settimana fa, con Rocco Commisso e Joe Barone che hanno accolto Joey Saputo e Claudio Fenucci. Nel corso dell’estate si è parlato molto anche di possibili affari di mercato.
Da Orsolini a Dominguez, alla fine non se ne è fatto di niente. Il conto degli affari è fermo a uno: Erick Pulgar. Era il primo mercato dell’era Commisso, Pradè e Barone decisero di pagare la clausola rescissoria pari a 10 milioni per portare a Firenze il regista cileno. Passato che adesso non conta più. C’è un futuro da scrivere a cominciare dalla sfida di domani, che la Fiorentina vuole vincere per scacciare i fantasmi… rossoblù. Lo scrive La Nazione
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