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De Laurentiis: “Dopo la sconfitta con la Fiorentina è stato detto di tutto, Conte solo un pettegolezzo”

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De Laurentiis: “Dopo la sconfitta con la Fiorentina è stato detto di tutto, Conte solo un pettegolezzo”

Redazione

20 Ottobre · 12:33

Aggiornamento: 20 Ottobre 2023 · 12:33

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Arrivano altre dichiarazioni di Aurelio De Laurentiis, presidente del Napoli, direttamente da Castel Volturno. Oltre ai vari temi già affrontati, il numero uno del club campano si è soffermato anche sui diritti tv della Serie A ma anche sulle difficoltà logistiche della Supercoppa. Di seguito tutte le dichiarazioni di ADL:

“Ho voluto fare questo incontro perché era dall’estate che ne avevo parlato. Dopo la sconfitta con la Fiorentina ho letto di tutto. Nella vita si possono avere dubbi e va valutato il proprio operato, se c’è stato qualche errore me ne prendo la responsabilità: le scelte di questa estate sono state mie, ovviamente con i miei nuovi collaboratori, i sostituto di Giuntoli. Ma da qui a dire di cambiare l’allenatore… Un cambio di guida tecnica è sempre traumatico e poi non ci sono in giro tanti allenatori che praticano il 4-3-3 con la difesa alta, come successo con Sarri e Spalletti che ci hanno deliziato. Ho detto che la colpa è anche mia, perchè tra l’uscita della seconda stagione con Carlo Verdone e il cambio dopo 24 anni della mia sede, da allestire in poco meno di 5 settimane, mi ha portato via parecchio tempo e presenza. In questo periodo ho avuto tanti impegni, ora sono tornato e mi sono riavvicinato alla squadra per darle serenità e la certezza che siamo il Napoli in Europa da 15 anni, unica squadra in Europa. Non è che ogni volta che un cerino accende un pezzo di carta dobbiamo chiamare i pompieri. Dobbiamo con serenità poter decidere senza alimentare errori che sono figli della fretta. Ho risposto ad un invito di un gruppo di 200 intellettuali che mi era stato proposto all’interno della Luiss. Mi era stato detto che era una cosa solo tra di noi con nessuna comunicazione all’esterno e assenza di giornalisti. Suggerì la presenza del direttore della Repubblica che mi conosceva e aveva fatto con me una lunga intervista. Poi mi sono visto proiettate all’esterno delle situazioni che erano di pochi argomenti e non di tutto. È una mia colpa non essere stato sufficientemente vicino alla squadra a inizio stagione, ma avevo altre incombenze. Antonio Conte? Non voglio domande al riguardo, sarebbe un’azione di disturbo. Ho fatto con lui una vacanza anni fa alle Maldive, c’era anche la sua famiglia, e da quel momento abbiamo mantenuto i rapporti. Mi sento ancora con Mazzarri, Ancelotti, Benitez, Reja… il resto è solo un pettegolezzo che demolisce chi oggi è incaricato di allenare la squadra e che mi infastidisce”.

“Sono sempre stato abituato ad interessarmi di tutto. MI si dice che voglio essere onnipresente, io sono imprenditore: faccio impresa, con i miei soldi. Per fare questo devo essere presente. E’ una mia colpa non essere stato presente all’inizio del campionato per alcune incombenze. Poi ho risolto quelle situazioni e mi sono dedicato tutti i giorni al Napoli: è il film che più scorre e che va curato con la lente d’ingrandimento tutti i giorni per non far inceppare il meccanismo. Una volta risolte, mi sono dedicato al Napoli e sarà così per tutto il resto del campionato. L’anno scorso abbiamo vinto con 16 punti sulla seconda ma chi l’ha detto che ci dovremmo ripetere, tra l’altro con un altro allenatore? Lo speriamo, certo, ma tutto ciò non è scritto da nessuna parte, proprio perchè è anche cambiato l’allenatore e non è scritto da nessuna parte che ci saremmo potuti ripete in quel modo. Non tutti gli allenatori vogliono rischiare di dire che si va in un posto dove si sta bene ma dove un allenatore precedente ha vinto con 16 punti precedenti. Chi non viene a Napoli non sa che si perde, qui si respira la vita, ma alcuni preferiscono scegliere la soluzione più semplice”.

Diritti tv. “Il De Laurentiis presidente del calcio Napoli è preoccupazione zero perché so come guidare questa situazione e so quali possono essere i rischi da parametrare e selezionarli. In Lega ci sono altre 19 società con le quali misurarsi e non è facile dialogare e convincere esperienza diverse e mentalità diverse ed economie di scala diverse. Io sono un combattente, più è complicata la cosa e più mi diverte. Tre anni fa, però, portai la prova di riunioni che stavo portando avanti in Lega. Nello stadio reale, al Maradona o a San Siro e all’Olimpico, diamo i biglietti delle gare e li vendiamo noi. Lo stadio virtuale è quello che porta più soldi e noi lo diamo ad altri che ci usano in quanto fa una vendita non appropriata ma la si abbina a film, serie televisive, varietà, come Sky e DAZN. Non mi si fa una pubblicità appropriata del campionato di Serie A. Qui non sappiamo neanche gli orari delle partite, che sarebbe l’ABC. Dobbiamo recuperare i bambini distratti dal calcio, le partite sono noiose e la mettiamo alle 20:45 di domenica con i bambini che devono andare a scuola il giorno dopo e i genitori devono andare a lavorare. Anche quello è una dimostrazione di come si vende male il calcio in Italia. Quando ho fatto la mia verifica con Lombardo a Capri, ho scritto 20 cartelle dove si portavano più di 1,5 miliardi per la Serie A e invece mi devo accorgere che si offre di meno”.

Osimhen si è infortunato. “Dal 2013 a oggi abbiamo incassato circa 4 milioni di euro di rimborsi come partecipazione dei nostri giocatori alle partite delle nazionali, pur avendo sempre più di 10 giocatori convocati. Questo non va bene, secondo me in Nazionale non dovrebbero giocare i 32enni ma neanche i 28enni. E magari sono anche finti italiani. Oggi abbiamo calciatori fortissimi già a 18 anni, a se non li facciamo giocare, come diventano campioni? Non voglio l’Under 21 o l’Under 19 che hanno poca visibilità internazionale e quindi meno valorizzazione, voglio un’unica Nazionale con tutti giocatori giovani, di massimo 22 anni. Dovrebbe essere lasciata la scelta al club di poter mandare o meno in nazionale un giocatore convocato, la possibilità di dire no se si tratta di un’amichevole, per esempio. Bisogna capire se vale o non vale il campionato nazionale. Se io ho pagato un giocatore 50 milioni e mi torna infortunato, dovrebbero risarcire il club del costo per giorno di tutto il periodo in cui starà fuori. Pensate a Neymar, infortunato al crociato e al menisco e starà fuori un anno, servirebbe un rimborso di 100 mln: allora si vedrebbero FIFA e UEFA gestire al meglio le persone…”. Lo riporta TMW 

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