Beltran, Kayode, Sottil e Parisi, i quattro si erano presentati all’appuntamento con 133 minuti, 99 minuti, 198 minuti e 261 minuti rispettivamente alle spalle e i due esterni di difesa, ad esempio, l’uno senza mettere piede in campo a settembre neppure per un minuto e l’altro per cinque minuti ad Empoli recupero compreso.
Ci sono dei distinguo da fare, patenti di responsabilità e giudizi definitivi da evitare, ma una cosa è sicura: le seconde linee (che Palladino non vuole vengano considerate tali in una scala gerarchia comunque oggettiva presenze e numeri alla mano) non garantiscono una Fiorentina di livello e competitiva. Non ora, non per quanto visto due sere fa. A proposito: il tecnico campano le aveva definite occasioni alla vigilia dei New Saints per chi avrebbe giocato, intese come opportunità. E in più d’uno non le hanno sfruttate. Serviva una prova convincente, una dimostrazione di affidabilità, magari bastava un guizzo, un lampo, un’invenzione in una partita perfetta per l’uso: hanno lasciato dietro soltanto dubbi. A Palladino non resta la speranza che presto gli diano ragione. Lo scrive il Corriere dello Sport.
Repubblica: “Sospiro di sollievo per Mandragora. Dovrebbe rientrare in campo a novembre”