
L’uomo-cardine del centrocampo, Sofyan Amrabat, è tornato dal Mondiale pensando forse di essere quel giocatore. Errore. Il Mondiale dopa le valutazioni, talvolta trasforma buoni giocatori (come Amrabat) in fenomeni (come non è Amrabat). Il marocchino non è un regista puro, bastava guardare il giovane Ricci per capire come si interpreta quel ruolo, un tocco, massimo due, invece Amrabat prende palla e comincia a circolare su se stesso. È un buon giocatore, un buon centrocampista centrale, non un organizzatore. Lo scrive il Corriere dello Sport.
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