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Commisso mette paura a Nardella, il comune di Firenze lavora sodo per dare tempi come Campi Bisenzio

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Commisso mette paura a Nardella, il comune di Firenze lavora sodo per dare tempi come Campi Bisenzio

Redazione

11 Ottobre · 17:19

Aggiornamento: 11 Ottobre 2019 · 17:19

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Superman Rocco Commisso, come l’eroe creato Siegel e Shuster, viaggia più veloce della luce. In 4 mesi, da quando è diventato proprietario della ACF Fiorentina, ha già acquistato i terreni per costruire il centro sportivo che riunirà la Prima squadra, il settore giovanile e le Women’s. L’altro ieri l’annuncio ufficiale del Club gigliato ha colto molti di sorpresa, soprattutto gli scettici abituati ai discorsi (tra l’altro divulgati col contagocce) dei precedenti proprietari.

A Bagno a Ripoli tra circa un anno potranno iniziare i lavori della nuova casa di allenamento per le squadre viola: 25 ettari alle porte del Chianti che consentiranno al Club di crescere sia a livello economico, sia a livello sportivo.

Il magnate italoamericano, però, vuole chiudere velocemente anche la questione nuovo stadio. Una partita più difficile, poiché una infrastruttura del genere, a parte i terreni dove realizzarla, deve affrontare le problematiche legate allo spostamento di 40.000 persone che devono raggiungerla (con mezzi privati e trasporto pubblico) e, soprattutto al triplice fischio finale, tornare contemporaneamente verso le proprie residenze.

L’impatto di uno stadio di calcio che muove decine di migliaia di persone non è un elemento trascurabile, bensì il primario da considerare in ottica di una nuova costruzione.

Sul piatto – dopo una serie di pietre tombali sull’astrusa ipotesi di ristrutturazione del Franchi (adornata da una recente raccolta firme tra cui spiccano attempati baroni) e imbarazzanti proposte per luoghi diversi – ci sono l’area Mercafir a Firenze e Campi Bisenzio (in zona Asmana).

Il pericolo che Firenze veda la Fiorentina “migrare” fuori comune, sia per gli allenamenti e sia per le partite, è concreto. L’area di Campi Bisenzio è libera da immobili e di proprietà privata, quindi, sulla carta, garantirebbe tempi rapidi per la realizzazione e, senza dubbio, il diritto di proprietà dell’impianto (mentre alla Mercafir – terreni di proprietà pubblica – Rocco Commisso godrebbe del diritto di superficie e pertanto il valore immobiliare dello stadio non potrebbe andare ad incrementare il patrimonio di ACF Fiorentina).

Palazzo Vecchio che fa? A parte una serie di mal riuscite dichiarazioni pubbliche del Primo cittadino (nel tentativo di replicare al collega Emiliano Fossi), negli uffici del Comune di Firenze, sottotraccia si lavora sodo. Nelle disponibilità della Pubblica Amministrazione non ci sono terreni liberi da immobili ed ubicati in aree consone ad accogliere un nuovo stadio. Ma c’è una variante urbanistica in essere (approvata durante il mandato di Matteo Renzi) che prevede la riqualificazione dei mercati alimentari generali di Novoli (Mercafir) nel comparto nord dei 46 ettari attualmente occupati e nella zona sud il nuovo stadio. Si tratta di coordinare i due progetti: il nuovo centro alimentare polivalente (di cui si deve occupare il pubblico) e lo stadio (che riguarda il privato – ACF Fiorentina).

In Palazzo Vecchio stanno lavorando a testa bassa per illustrare a Rocco Commisso un cronoprogramma verosimile sui tempi di realizzazione delle due opere che, inevitabilmente, vanno coordinate per contingentare al meglio i tempi. Qualora il “disegno” che il Sindaco Dario Nardella illustrerà prossimamente alla Fiorentina sia ritenuto percorribile dal Club Viola, non è escluso che poi sia spiegato alla città tramite una conferenza stampa congiunta.

Quel che è certo, ad oggi, sono due aspetti.

Il primo è che l’investimento sarà a carico di Rocco Commisso e quindi chi ci mette i soldi è giusto che pretenda di avere un quadro chiaro delle opzioni.

Il secondo è che qualunque sia la strada scelta, a quel punto, si dovrà lavorare fianco a fianco per regalare ai tifosi della Fiorentina un impianto moderno e funzionale, mettendo da parte gli interessi di bottega.

Il deprimente e stucchevole giochetto dei procacciatori di pubblicità a costo zero e i sedicenti tuttologi, che ignorando norme e dispositivi sciorinano ubicazioni grottesche, ha passato abbondantemente il limite della tollerabilità.

Donato Mongatti, ilsitodiFirenze.it

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