L’amichevole con l’Arabia Saudita, che ricordiamo (a differenza nostra) partecipa ai mondiali, era pressochè inutile. Se non per salutare Roberto Mancini, nuovo CT della Nazionale italiana. La peggiore della storia. Zappacosta, Romagnoli, Pellegrini… Se paragonati a Gentile, Collovati e Bruno Conti… Zambrotta, Nesta e Camoranesi… Chi erano costoro? In mezzo Mario Balotelli, enfant prodige dell’Inter allenata (appunto) da Mancini, assistito (riappunto) da Mino Raiola. Insomma, le premesse erano di massima diffidenza e scarsa fiducia. E invece… Abbiamo visto un Mario Balotelli sorprendentemente positivo. Quantomeno diverso. Un Balotelli partecipe, aggressivo, disposto ad incitare e dialogare con i compagni. Che da parte loro lo ascoltavano, lo seguivano. Addirittura promosso dal “mancio” in un ruolo da rifinitore. Quasi a dire: “So giocare al calcio meglio di voi. Datemi la palla e fatevi vedere, poi ci penso io”. Eeeehhh, tutto molto bello… direbbe qualcuno. Il mondiale 2014? Acqua passata. Le “bambinate” tra Manchester e Nizza? Roba da adolescenti. La figlia non riconosciuta? Stai a guardà il capello. Oggi Mario è cresciuto, è cambiato. A parte quella cresta, che non vuol saperne di sparire, Mario è un uomo. E su di lui, l’Italia pallonara può contare.
Ok, ammesso che tutto sia vero (vi confesso, anch’io mi sto convincendo di questo), perchè la Fiorentina non dovrebbe approfittarne? Nel senso: Corvino ha un debole per Balotelli (lo ha sempre avuto, fino dal 2008, dai tempi del Lumezzane). Lo ha trattato nel 2005, quando aveva appena 15 anni. Oggi che ne ha 28, vede il miraggio di un Europeo che lo può rilanciare, potrà conoscere una sorta di padre come Stefano Pioli, perchè non provarci? E al contrario… Perchè Balotelli non dovrebbe crederci?
Non mancano le similitudini, più o meno recenti: in primis Adrian Mutu, che ha reso solo se allenato da Prandelli. Nel Verona, nel Parma, nella Fiorentina. Poi Edmundo: scintille con Malesani, pace armata con Trapattoni, che lo ha saputo prendere e perdonare (ricordate il vaffa con la Roma?) Se vogliamo anche Vargas, che con lo stesso Prandelli fece vedere di essere (come disse lo stesso Cesare) un calciatore da Real Madrid. Adesso tocca a Balotelli. Mancini come Pioli, uomini esperti, di un certo carisma, che lo sanno responsabilizzare.
La domanda sorge spontanea: perchè tifiamo per Balotelli alla Fiorentina? Perchè Balotelli è una scommessa, e la Fiorentina può migliorare solo attraverso le scommesse. Vinte, ovviamente. Altrimenti (i Della Valle lo hanno detto più volte), il destino è “vivacchiare”. Corvino, dopo Mutu, Vargas e Cassano (ricordiamo, nel 2011 “fantantonio” era praticamente viola), ci può riprovare. E magari riuscire. E poi Pioli: lo sappiamo, Stefano non è un innovatore, uno sperimentatore, non fa del gioco e della manovra i propri cavalli di battaglia. Anzi… Ora, però, che Badelj ha declinato l’invito, siamo al buio più completo. E allora, perchè non pensare ad un 4-2-3-1 con Milenkovic terzino, Veretout e Dabo mediani, Chiesa, Saponara e Balotelli rifinitori dietro a Simeone? Non c’è più il regista? Ok, ne faremo a meno. A questo punto serve un attacco fantasioso, imprevedibile, con uno stoccatore che prende l’iniziativa e spariglia la partita. Balotelli è l’uomo giusto: con un tiro da fuori, con una giocata, con un invenzione, può fare grandi cose. Chi meglio di lui a fare coppia con Simeone, una sorta di riedizione della seconda B2: Baiano-Batistuta? Non sembri una bestemmia, è calcio, è logica, è speranza. E’ quello a cui Pioli sta pensando.