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Addio Prandelli: Se ne va uno di noi ed un ottimo tecnico. Adesso basta scuse, serve una rivoluzione

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Addio Prandelli: Se ne va uno di noi ed un ottimo tecnico. Adesso basta scuse, serve una rivoluzione

Marzio De Vita

24 Marzo · 14:15

Aggiornamento: 24 Marzo 2021 · 14:15

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Foto di proprietà di ACF Fiorentina. Riproduzione vietata ©

Cesare Prandelli lascia come un fulmine a ciel sereno (si fa per dire) la panchina della Fiorentina. Se ne va un uomo vero, un uomo con la U maiuscola, di quelli che fanno parte di un calcio oramai andato e che vive soltanto nel cuore di chi quel calcio lo ha amato. Se ne va con la sua consueta eleganza e sensibilità e con un gesto che ancora una volta, semmai ce ne fosse stato bisogno, dimostra quanto questa persona pacata e per bene sia in realtà un vero rivoluzionario.

Il dispiacere di (quasi) tutto il popolo viola é grande, perché tutti siamo legati affettivamente a questa persona, ma dispiace anche perché nelle ultime settimane aveva preso decisioni forti, anche nei confronti di alcuni calciatori e la Fiorentina stava finalmente iniziando ad assomigliare alle squadre di Prandelli.

Aggredire più in alto, determinazione e percentuale di recupero di seconde palle. Insomma niente da stropicciarsi gli occhi, ma la netta sensazione che per la prima volta da 3 anni a questa parte che questo gruppo potesse finalmente diventare una squadra. E niente, evidentemente non era destino….

Comunque la grande crescita di Vlahovic, la fiducia accordata a Martinez Quarta ed Eysseric ampliamente ripagata dai due, sta lì a testimoniare il buon lavoro di Cesare. Si perché a Firenze Prandelli é stato, é e sarà sempre Cesare, un amico, uno di famiglia ed uno di noi.

Dicevamo dell’importanza del messaggio mandato da Cesare al mondo del calcio tutto, ma noi siamo provinciali, lo si sa ed allora limitiamoci ad analizzare il messaggio dell’amico Cesare in ottica Fiorentina.

LA SQUADRA
Molti sostengono che questa sia una buona squadra e forse per certi versi lo é, ma  indubbio è, come questo gruppo oramai da anni, sappia collezionare soltanto delusioni e lasciare sempre, viva, quella sensazione di incompiutezza.

Lo ha detto Cesare, quando si acquista un giocatore, non si acquista soltanto le doti fisiche o tecniche dello stesso, ma anche la sua testa, i suoi sentimenti e le sue fragilità. La sensazione che questo gruppo abbia anche delle discrete qualità tecniche, ma che in termini di personalità, attaccamento alla maglia ed in fatto di esser formato da uomini, abbia palesemente dimostrato di essere di serie B.

Non si può giocare a calcio in maniera passiva, non si può dare costantemente la sensazione di passività, ovvero subire in maniera passiva gli eventi, anziché esserne protagonisti attivi. La spallata di Ibra a Pezzella di Domenica e l’atteggiamento remissivo del capitano é un esempio tangibile di questo concetto.

DIRIGENZA
Il dubbio vero che si ha, non può che essere uno, ovvero l’allenatore é stato realmente tutelato, difeso e protetto dai dirigenti? Oppure è stato abbandonato a se stesso? Onestamente le prese di posizione, anche forti che abbiamo visto prendere dalla società in difesa del primo Iachini, non si sono viste prendere nei confronti di Cesare. Questo è un fatto. I calciatori, certe situazioni le annusano per primi e da qua fare 1+1 risulta essere abbastanza semplice. Iachini era uomo di Commisso, Cesare probabilmente ha avuto meno santi in paradiso.

Inoltre si deve riconoscere che, certe valutazioni tecniche sui calciatori, si sono rivelate sbagliate e forse é necessario che di questi errori se ne faccia tesoro per il futuro. Non si dovrà buttare il bambino con l’acqua sporca, ma la sensazione netta é che in estate questa rosa avrà bisogno di un profondo restyling.

PROPRIETÀ
La madre di tutti gli errori é stata quella di non aver cambiato niente dopo il cambio di proprietà. Allenatore, direttore sportivo buona parte della rosa e dirigenti escluso Barone, sono rimasti e sono tutt’ora quelli della precedente gestione. Questo è il primo grande errore, gli altri poi, compresa la conferma di Iachini sono una conseguenza.

Rocco, nessuno chiede investimenti oltre misura, ma adesso serve creare una struttura formata da persone competenti di calcio, perché se i soldi non sono un problema, la mancanza di competenze lo é eccome.

La gestione dei Della Valle della prima era, aveva forse meno forza economica, ma sicuramente aveva un idea di calcio, cosa che ad oggi risulta essere completamente assente in questa Fiorentina.

Speriamo che il gesto di Prandelli possa smuovere le coscienze di chi lavora in Fiorentina ed in primo luogo quella del proprietario.

Sempre forza viola

MARZIO DE VITA

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