La Serie A sempre più convinta che la stagione non ripartirà, ha un piano e un obiettivo per arrivare al taglio degli stipendi: coinvolgere Leghe europee e sollecitare l’Uefa per puntare al risparmio del 30% degli emolumenti. Questa è la preoccupazione del momento. Oggi la Lega invierà alla Federcalcio la documentazione sullo stato dell’arte al tempo del coronavirus. Tra i 12 punti in agenda per fronteggiare la crisi c’è l’ipotesi di una parziale defiscalizzazione sul costo degli ingaggi e la creazione di un fondo di garanzia per chi guadagna poco. Il piano è chiaro: non chiedere soldi al governo, ma neppure il governo deve chiederne al calcio. Proprio quello inglese potrebbe essere il nostro modello. La Premier ha giocato il 75% delle gare e se non ripartirà intende decurtare gli stipendi del 25%. La Lega di A più o meno userebbe lo stesso criterio. Sinora abbiamo giocato 26 giornate su 38, cioè due terzi della stagione, così il taglio sarebbe del 30%, con un risparmio complessivo di 465 milioni. Il taglio non sarà uguale per tutti, ma pensato per fasce di reddito. Tommasi ha già fatto sapere che i giocatori, con senso di responsabilità non si tireranno indietro. Senza contare che, qualunque accordo il sindacato raggiungesse, potrebbe essere sconfessato da ogni singolo giocatori. Lo riporta Il Corriere della Sera.