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CON PJACA IN CAMPO SIMEONE HA PIÙ SUPPORTO. MILENKOVIC: OCCHIO ALLA PENNA. L’EDITORIALE DI SANDRO BENNUCCI

Editoriali

CON PJACA IN CAMPO SIMEONE HA PIÙ SUPPORTO. MILENKOVIC: OCCHIO ALLA PENNA. L’EDITORIALE DI SANDRO BENNUCCI

Redazione

21 Settembre · 23:47

Aggiornamento: 21 Settembre 2018 · 23:47

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Vabbè, se fossi un vanitoso mi appunterei una medaglina sul petto con l’effigie di Pjaca e, con quella, andrei a vedere Fiorentina-Spal. Ricordate? Appena una settimana fa, prima della partita di Napoli, ero l’unico a sostenere che Pjaca doveva giocare fin dal primo minuto. Per un motivo a mio avviso elementare: il tridente (con Simeone e Chiesa) avrebbe fatto più pressione sulla squadra di Ancelotti. Che invece ha schiacciato i viola nella propria tre quarti per quasi tutta la partita (tranne una breve fase verso la prima del primo tempo). Mercoledì, finalmente, a Genova, Pjaca è entrato dall’inizio: e il beneficio si è visto subito. Simeone meno isolato e Fiorentina spesso all’attacco contro una Samp che è una signora squadra. E oggi? Sfoglio i giornali e scopro (toh!) che Pioli si è convertito che, ormai, ha il tridente in testa!
Non voglio, per questo, andare a Coverciano a chiedere il patentino di allenatore honoris causa. Altrimenti dovrei andare anche in Cosngiglio regionale e pretendere un seggio, o addirittura a Palazzo Chigi imponendo di darmi (in questo governo, ohibò) almeno la poltrona di sottosegretario alla presidenza. Almeno il professor Conte sarebbe meno indeciso nelle sue scelte. No, non farò nulla di tutto questo perchè, vedete, è il mestiere di giornalista (praticato da oltre mezzo secolo, e mi spavento di tutto il tempo passato sulla tastiera, prima della lettera 32 e oggi del computer) che ti fa osservare e riflettere. Montanelli diceva: “I giornalisti si occupano di tutto, ma non s’intendono di nulla”. Grazie maestro Indro: è il mio caso. Però ho imparato sempre a chiedere, a informarmi, ad approfondire: e allora ecco che può capitare di intuire soluzioni che sono semplici e plausibili. In ogni caso non ci voleva un genio per capire che Eysseric non era l’uomo giusto per dar mano a Simeone. E’ un buon giocatore, ma gioca indietro e finisce per andare a intrupparsi e scontrarsi con i centrocampisti. Viceversa, ci vuole qualcuno che stia accanto al Cholito (problema che si era posto anche un l’anno passato) per mettere più pressione ai difensori avversari e impedir loro di scendere sulle fasce come un attaccante in più. Tutto qui.
Naturalmente non dico che basta questa mossa per fare della Fiorentina un fulmine di guerra. Serve soprattutto la stessa concentrazione messa in mostra contro Udinese e Sampdoria per andare avanti in un torneo assai equilibrato, dove solo una squadra (che non nominerò…) pare effettivamente attrezzata per fare la differenza. Contro la Spal sarà una partita-chiave, quasi uno spartiacque. Se la Fiorentina vince si candida a fare una corsa nell’alta classifica. Viceversa verrebbe risucchiata. Ecco allora che Pioli, oltre a confermare Pjaca, deve pretendere una partita caparbia e determinata dalla Fiorentina. Magari stando pronto anche a cambi in corsa: a Genova, per esempio, ho visto un Mirallas assai bravo. Anche in possesso di un buonissimo tiro. Così come c’è scelta a centrocampo: Veretout è inamovibile, mentre Edimilson, Gerson e Benassi hanno la possibilità di ruotare a seconda delle esigenze. E attenzione perchè Leonardo Semplici è un allenatore bravissimo, che io vedrei bene alla Fiorentina una volta terminata l’esperienza di Pioli. Occhio dunque: la Spal gioca bene e non è solo Petagna. Milenkovic non distrarti: hai tutto per diventare un grande difensore, ma ricorda che la partita dura 90 minuti più recupero. A Genova, quando ha segnato Caprari, dov’eri?
Sandro Bennucci

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