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Benassi: “Bestemmia caso chiuso, i miei gol merito di Pioli, prima mandavamo avanti Davide, adesso…”

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Benassi: “Bestemmia caso chiuso, i miei gol merito di Pioli, prima mandavamo avanti Davide, adesso…”

Redazione

4 Settembre · 15:57

Aggiornamento: 4 Settembre 2018 · 16:06

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Marco Benassi ha parlato da Coverciano, queste le sue parole:

“Qui in nazionale per dare il massimo e il mio contributo al gruppo. Non penso all’esordio ma a fare bene poi sceglie il ct. Per quanto riguarda il mio momento è il migliore in serie A. Ho iniziato nel migliore dei modi mentalmente, più libero. Con le mie caratteristiche spero di segnare il più possibile ma sarà difficile.

Il nostro obiettivo è migliorare e arrivare almeno settimi ed entrare in Europa. Ma pensiamo partita per partita.

Con Berardi siamo coppia fissa. Ha subito chiesto di stare in camera insieme.

Quando non venivo convocato pensavo che mi mancasse qualcosa, in queste tre partite sono riuscito a tirare fuori quel qualcosa in più e sono orgoglioso. La bestemmia? È stata un’imprecazione durante la partita, non è inusuale in campo ma la Federazione ha preso in esame le immagini e il caso è chiuso. Non so cosa sia successo a Mandragora, ma il mio caso è chiuso.

Sono qui per dare il massimo spero di esordire ma deciderà l’allenatore. Sto vivendo il mio momento migliore in serie A, sono sereno e so quello che Pioli vuole da me. I gol? Sono importanti, ma viene prima la prestazione.

La forza della Fiorentina è il gruppo, la tragedia che ci ha colpiti ci ha unito in maniera incredibile. Prima mandavamo sempre davanti Davide, ora abbiamo un motivo in più, ogni domenica.

Tornando alla Polonia, il loro centrocampo è molto temibile e poi davanti hanno Milik e Lewandowski. Sono completi, dovremo fare il meglio possibile.

Nei gol dei centrocampisti ci sono molti meriti di Pioli e di come prepara le gare, essendo più vicini alla porta possiamo segnare di più.

L’addio a Torino? Negli ultimi due mesi non avevo più giocato per motivi di modulo. Non so se per età o ragione effettiva, ma la mia motivazione per essermene andato è quella.

Essere stato in nazionale giovanile conta perché ci conosciamo per essere cresciuti nelle giovanili e sai già cosa significa giocare per la tua nazione”.

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