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MALAGO’ COME MATARRESE, QUANDO LA LEGGE NON E’ UGUALE PER TUTTI. L’EDITORIALE DI STEFANO BORGI.

Editoriali

MALAGO’ COME MATARRESE, QUANDO LA LEGGE NON E’ UGUALE PER TUTTI. L’EDITORIALE DI STEFANO BORGI.

Stefano Borgi

29 Giugno · 00:48

Aggiornamento: 29 Giugno 2018 · 00:48

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Ricordo che ero in macchina, verso piazza San Marco a Firenze, e sbandai pericolosamente. No, nessun giramento, nessun mal di testa, solo che non ci potevo credere. L’allora Presidente Federale Antonio Matarrese, a precisa domanda (tradendo anche una certa sorpresa e fastidio), ebbe a dire: “Beh, non si possono far fallire Roma e Lazio. C’è un problema di ordine pubblico, è evidente”. Tradotto: io sono a Roma, la Federazione è a Roma, vuole che gli ultras delle due squadre ce li troviamo sotto casa? Era il 2006, la Fiorentina era appena stata penalizzata di 19 punti, e l’impavido cronista aveva chiesto perchè la Fiorentina si, e Roma e Lazio no… Ma è inutile piangere sui punti di penalizzazione inflitti, e su classifiche e campionati falsati da una giustizia approssimativa e condizionata. La Fiorentina ha pagato, altre no. Piuttosto oggi, Giovanni Malagò (presidente del CONI, carica addirittura superiore a quella di Matarrese) ha replicato, se possibile ha raddoppiato, calando il carico da 11. “Il Milan? Osa dire il buon Malagò – Non merita la punizione dell’Uefa. Per la storia ed il blasone che porta. Ci vuole rispetto per chi ha vinto 7 Champions League”. Tradotto ancora: a me di Atalanta e Fiorentina frega fino ad un certo punto, l’importante è che il Milan sia in Europa. Per l’immagine mia e del calcio italiano. Atalanta e Fiorentina si arrangino. Più o meno il senso è questo. Parola più, parola meno.

A questo punto il dilemma si pone, in tutta la sua drammaticità: nel calcio europeo, conviene seguire le regole? Conviene rispettare il fair play finanziario? Conviene fare una squadra secondo i vincoli dell’Uefa e poi vedersi superare da qualcuno che dei vincoli di cui sopra se ne frega? Conviene sbandierare i conti a posto, la società sana, e poi arrivare ottavi, superati da una società (il Milan) che non si sa a chi appartenga, a chi apparterrà, a chi potrebbe appartenere?

Chiudiamo con un’altra considerazione: i Della Valle hanno mollato, questo è chiaro. Da 4 anni sono in autofinanziamento, pur mantenendo la Fiorentina in posizione dignitosa e dalla parte sinistra della classifica. Alla luce delle dichiarazioni di Malagò, c’è qualcuno che biasima il disimpegno dei Della Valle? Nessuno può rimproverargli di non averci provato: ricordiamo le battaglie in Lega, gli acquisti di Toni e Mutu, la reazione dopo Calciopoli, la rinascita del 2012, le scommesse Rossi e Gomez… Ecco, proprio queste ultime, unite alla 38esima giornata del campionato 2012-2013: Fiorentina che stravince a Pescara, Milan che perde a Siena, per poi ribaltare il risultato negli ultimi cinque minuti. In un modo semplicemente vergognoso, grazie alla supervisione di Bergonzi di Genova. Metti tutto insieme, e capisci perchè i della Valle sono in autofinanziamento. Aggiungi le dichiarazioni di Malagò (col retrogusto di quelle di Matarrese) e comprendi fino in fondo perchè in Italia, da sette anni, vince sempre la stessa squadra. E perchè in Europa vince sempre la stessa da tre. Se qualcuno non capisce, noi siamo qui a disposizione…

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