di Paolo Lazzari
Undicesimi e depressi: lo stato d’animo, il mood della giornata, è più o meno questo qua. Sì perché a Genova, contro la Samp di Giampaolo, è arrivata una mazzata nei denti di quelle che non ti aspetti e che, quindi, fanno ancora più male.
Non ci eravamo preparati, è la verità. Sapevamo delle difficoltà legate alle assenze di Veretout ed Astori, ma una roba così, fatta di sguardi arrendevoli e gambe molli praticamente da subito, non se l’aspettava nessuno.
Così, eccoci nella parte sinistra della classifica: prende male, non giochiamo a nascondino. Anche perché il treno per l’Europa se non è partito, poco ci manca. Sta partendo in queste settimane, insomma. E bisognerebbe farsi trovare in stazione.
E invece no, manco per nulla. Nello scontro diretto contro la Samp la viola esce dal campo annichilita e rispedita giù, in basso, a meno 5 dai blucerchiati. E davanti ci sono pure il redivivo Milan e l’Udinese (che ha pure una partita in meno), il Toro e l’Atalanta.
Ora, i fatti sono due. La cosa di ieri assomiglia molto a quando ci provi con qualcuno/a, e sei abbastanza sicuro/a, ma quella/o ti friendzona subito, senza appello. Allora, per non essere messi nel “bellini e simpatici” dall’Europa che conta, serve cambiare. Ed è una roba che deve avvenire a cascata: la società si frughi ed aiuti Corvino e Freitas; Corvino aiuti Pioli comprando quantomeno riserve all’altezza dei titolari; Pioli aiuti i suoi ragazzi smettendola di cambiare modulo e trovando un’identità una a questa squadra. Possibile? Sì, basta volerlo.