Fiducia totale in Stefano Pioli e nel d.s. Daniele Pradè. È questo il messaggio che arriva direttamente dal presidente Commisso, anche se all’interno del Viola Park (e a New York) nessuno sottovaluta la crisi più nera della gestione dell’attuale proprietà viola. Lo dice la classifica, lo certificano i numeri: quartultimo posto, zero vittorie e soli tre punti nelle prime sei giornate (mai successo negli ultimi 30 anni), tre sconfitte su tre in casa e una zona che varrebbe l’Europa già lontanissima.
Uno scenario inquietante, che diventa paradossale se si pensa alle premesse: gli oltre 90 milioni investiti sul mercato, l’aver trattenuto tutti i migliori e l’arrivo di un allenatore che rappresentava garanzia del voler, tanto per usare parole più volte citate, «alzare il livello». Resta la presa di posizione molto forte contro il direttore sportivo Pradè e la richiesta a Commisso di allontanarlo.
Una richiesta destinata a restare vana perché, dagli Stati Uniti, il messaggio arrivato tra domenica sera e ieri non potrebbe essere più chiaro: fiducia piena a tutti gli uomini scelti. Vale per il d.s, così come per il d.g Ferrari e per l’allenatore. Non è questo insomma il momento per la resa dei conti anche se il presidente, ovviamente, non può esser contento di aver speso 90 milioni per ritrovarsi a lottare per la salvezza. È questo gruppo che dovrà tirarsi fuori dal pozzo e già domenica pomeriggio (presenti Pioli, Pradè, Ferrari e Goretti) c’è stata una primissima analisi di quanto successo sul campo. Lo scrive il Corriere Fiorentino.