E alla fine arrivò il 3-5-2. Modulo-evoluzione delle idee tattiche che Palladino ha portato avanti nei suoi primi mesi da allenatore della Fiorentina. Modulo-evoluzione che ha fatto rinnegare (vedi il mercato di gennaio) l’impiego di esterni offensivi ‘puri’, valorizzando la posizione di esterni molto più larghi e ovviamente leggermente più arretrati rispetto alla manovra offensiva vera e propria.
Ed è qui che la Fiorentina, quella Fiorentina appunto rilanciata da e con il 3-5-2, che Palladino è riuscito a scovare, sfruttare e rendere dirompente il lavoro e le qualità di due due suoi uomini: Dodo e Gosens. Gente veloce, il brasiliano e il tedesco. Gente che se gli concedi un dito (nel caso, uno spicchio di campo) sanno subito come prenderti la mano e il braccio (nel caso specifico, la corsia a loro disposizione spingendosi più avanti che più avanti non si può). Dodo e Gosens , dunque, punti fondamentali nel rilancio e nel gioco della nuova Fiorentina. Focus sul brasiliano: nell’uno contro uno è diventato (o sarebbe meglio dire, tornato) micidiale. Aggredisce spazi e avversario e poi lo lascia lì, quasi impossibilitati nel ripartire e (provare) a dargli la caccia.
Dodo è un cursore puro, che a inizio stagione aveva accettato anche (nel modulo con la difesa ‘a quattro’) di lavorare basso. Fatica doppia, quella di Dodo, in quelle settimane. Fatta con sacrificio e impegno. Oggi però le cose vanno e gli vanno meglio, perché dimezzare la porzione di campo su cui correre e spingere, aiuta il brasiliano a dare di più. E sempre il massimo. Proprio come Gosens. Lui che nel 3-5-2 riesce a sprigionare tutta la sua foga offensiva. Sì, anche senza rinunciare a una fase (minima) di copertura, ma spingendo come un matto. Il rendimento di Gosens, da qualche settimana, è un qualcosa di straordinario. Recupera palloni, inventa, spinge, demolisce i muri avversari e ha portato gol e bellezza al gioco della Fiorentina di Palladino.
Una cosa è sempre giusto ribadirla: Gosens era arrivato in viola, l’estate scorsa, proprio con la convinzione tattica di fare quello che sta facendo adesso. Da quando appunto il modulo tattico ha puntato la lancetta sul 3-5-2. Dunque, nella prima parte della stagione, quando l’allenatore gli aveva chiesto di sacrificarsi (e di muoversi negli schemi come il 4-2-3-1 o ancora prima nel 3-4-2-1), Robin aveva detto sì, ma avrebbe avuto buone, buonissime, ragioni per ricordare a tutti che in quel modo le sue caratteristiche offensive in qualche modo sarebbero finite nell’ombra. Fino appunto alla storia odierna, a quel vivere da esterno di sinistra altro e puro che crea scompiglio nella modulistica di qualsiasi avversario e ha proiettato Gosens sul podio dei migliori viola a disposizione di Palladino. Esterni come ali per far decollare il gioco viola, insomma. Ecco che cosa rappresentano Dodo e Gosens nel 3-5-2 che Palladino ha varato e ha intenzione di portare avanti e dire la sua nella ritrovata corsa all’Europa. Lo riporta La Nazione.