
Centellinare le forze con l’obiettivo di gestire al meglio un tour de force mai così ingolfato che porterà la Fiorentina a scendere in campo cinque volte nei prossimi quindici giorni. È questo il principale obiettivo di Vincenzo Italiano, che a partire da oggi a Torino contro la Juventus dovrà fare i conti con un ciclo di gare che tanto, se non tutto, diranno sulle ambizioni della sua squadra in stagione. E questo sia in campionato, dove quello contro i bianconeri ha tutti i contorni di un primo scontro diretto, sia in Conference League, dove il doppio playoff contro lo Sporting Braga mette già i viola davanti al primo crocevia dell’anno.
Ecco perché, in previsione di 450’ di fuoco (salvo supplementari in Europa), sarà essenziale gestire al meglio il gruppo a disposizione, dove da qualche giorno si sono rivisti anche sia Castrovilli che Sottil (l’esterno, però, soltanto parzialmente). La sensazione in ogni caso è che contro la Juve ci sarà poco spazio al turnover e le scelte in campo ricadranno alla fine sull’undici tipo, salvo qualche variazione obbligatoria dovuta alle contemporanee squalifiche di Igor e Mandragora, destinati a giocare giovedì in Portogallo. Davanti a Terracciano (il cui posto fin qui non è mai stato in discussione, nonostante l’arrivo di Sirigu) in difesa sarà il turno di Dodo e Biraghi sulle fasce oltre a Milenkovic e Martinez Quarta come coppia centrale, mente a centrocampo resistono ben pochi dubbi. Le presenze dal 1’ di Amrabat in cabina di regia e di Bonaventura sembrano certe mentre per il ruolo di mezzala sinistra, stante il forfait di Barak (per lui sindrome gastro-intestinale), tutti gli indizi convergono su Duncan. Tetris di scelte in attacco dove l’indizio sicuro sembra essere la riconferma di Gonzalez per la quarta volta di fila tra Coppa Italia e campionato: sulla fascia opposta si giocano la maglia in tre, ovvero Kouame (che è in vantaggio sugli altri), Ikonè e Saponara, mentre per il ruolo di prima punta il testa a testa tra Jovic e Cabral sembra essere stato risolto a favore del serbo. Lo scrive La Nazione.