La nuova soprintendente Antonella Ranaldi, succeduta i primi di novembre ad Andrea Pessina, a Firenze si sente «accolta e coccolata».
«Questa città mi sta appassionando» racconta pensando al 2023, quando entreranno nel vivo molti progetti che si avvalgono dei fondi del Pnrr, cosa che «richiederà un impegno attivo e propositivo da parte della soprintendenza che dovrà prestare la massima attenzione al rispetto dei tempi e delle risorse».
E non è difficile crederle, perché Ranaldi ha idee chiare e un concetto tendenzialmente conservativo della tutela, sebbene aperta al confronto. Cosa le porterà l’anno nuovo? Cominciamo dal Franchi?
«È un progetto interessante, soprattutto perché quello che sembrava inizialmente un limite – la tutela dell’architettura di Nervi – si è rivelato invece una risorsa. Il nuovo stadio rispetta filologicamente l’originale e protegge le gradinate. Il punto più critico semmai è il fotovoltaico. Mi aspetto una soluzione tecnologicamente più avanzata rispetto alla semplice posa dei pannelli sulla copertura. La tettoia è molto visibile dalla collina di Settignano, ci vuole qualcosa che sia esteticamente più accettabile. Si potrebbe trattare di materiali più performanti oppure di pellicole fotovoltaiche, meno impattanti. Aspetto la proposta degli architetti».
A proposito di fotovoltaico, il Comune vorrebbe ridiscutere il divieto di pannelli nella zona delle ville medicee di Castello affidandosi al criterio della qualità dei progetti. Lei è disposta a rivedere il suo “no”?
«A patto che non comporti un impatto visibile. In genere quando chiediamo modifiche l’obiezione poi riguarda il rendimento energetico. Se arrivano proposte di soluzioni tecnologicamente avanzate ok, ma la maggior parte delle volte si tratta di una banale posa di pannelli».
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