Il tema dell’arbitraggio, e di conseguenza dell’applicazione del regolamento rispetto ad una data situazione di gioco, ha negli ultimi anni acuito accesi e divisori dibattiti tra i cosiddetti ”edotti” del calcio. Uno scenario confuso, se vogliamo paradossale che, specie dall’entrata in vigore del VAR non ha accennato a stemperare le tensioni attorno alla figura del direttore di gara. L’episodio capitato ieri sera in occasione del match di Champions League tra Milan e Chelsea ne è l’emblema, e non perchè il rigore assegnato agli inglesi per il fallo di Tomori su Mason Mount fosse assolutamente netto o assolutamente inventato, ma per la mancanza di chiarezza emersa da chi ha tentato di spiegarci gli aspetti del regolamento che l’episodio ha sollecitato oltre, ovviamente, ai rispettivi criteri di applicazione.
Non è possibile, almeno secondo l’opinione di chi vi scrive, che nell’epoca più ”smart” della storia del calcio vi sia ancora così tanta incertezza su basilari aspetti del regolamento. Un calcio di rigore, che per definizione rappresenta un episodio chiave di una partita di calcio, ancora oggi non è regolamentato da un criterio d’applicazione ”meccanico” del regolamento, e gli stessi arbitri, magari anche concordi sulla decisione presa dal collega nel caso di specie, la giustificano rivolgendo però l’attenzione ad aspetti disparati e assai diversi tra di loro. E’ davvero accettabile che non esista, ad oggi, una fonte inequivocabilmente affidabile a cui accingere per conoscere questa o quella sfaccettatura del regolamento? Assolutamente no, e di certo le cause dei confusi dibattiti tra leoni da tastiera intenti a difendere questa o quella tesi non possono che essere generati da questa pericolosa e dannosa falla del sistema.
Serve una guida chiara, univoca ed incontrovertibile, prima di valutare modifiche e complicazioni di un regolamento già molto vasto sarebbe bene che qualcuno ce lo spiegasse una volta per tutte.
LE PAROLE DI LORENZO VENUTI.
Venuti: “Il gruppo è unito, le critiche che vogliono la distruzione devono essere messe da parte”