
Sospesi tra un presente in seconda fila e un futuro lontano da Firenze. Pulgar e Callejon, uniti dalla lingua spagnola e da una forte nostalgia del campo. Entrambi al momento sono stati messi in disparte da Cesare Prandelli.
E pensare che, i cambiamenti tattici che aveva in mente l’allenatore al suo arrivo, avrebbe esaltato entrambi. Il cileno doveva essere insieme ad Amrabat la diga davanti alla difesa. Lo spagnolo, invece, largo sulla destra con licenza di attaccare a suo piacimento come nelle ultime annate a Napoli. Alla fine hanno prevalso il buon senso e la continuità. I difensori hanno suggerito a Prandelli di non stravolgere l’assetto a tre, il resto è una conseguenza.
La stima per loro non è mai mancata, ma le ripetute esclusioni non fanno che allontanarli da Firenze. Più facile che ciò avvenga in estate, ma mai dire mai. Arrivato dal Bologna, dopo che Pradè restò ammaliato osservandolo in Copa America con la maglia del Cile, su Pulgar sono state riposte forti aspettative. Lo scorso anno si è messo in luce soprattutto per i rigori: sette realizzati su otto tiri dal dischetto. All’attivo anche sei assist, nati soprattutto dalla capacitdi verticalizzare. A complicare la sua esperienza a Firenze ci ha pensato anche il coronavirus che lo ha fermato nel pieno della breve preparazione di questo campionato. Nel suo caso, rispetto ad altri, i postumi sono stati più significativi e lo hanno costretto ad un lungo periodo di allenamenti differenziati. Malgrado ciò, qualche opportunità l’ha avuta e continua a vantare diversi estimatori. Ci pensano il Cagliari e altri club in Spagna e Inghilterra. Nelle ultime ore del mercato potrebbe arrivare un’offerta vantaggiosa da accettare, resta da capire se poi ci saranno i tempi per sostituirlo. Al massimo tutto sarà rimandato all’estate.
Tutto diverso per Callejon. L’assist a Vlahovic contro il Cagliari sembrava averlo rilanciato, ma da ex a Napoli è stato uno dei protagonisti in negativo. Iachini pur di farlo giocare lo aveva schierato come seconda punta, Prandelli predilige l’equilibrio e non vuole adattarlo.
Per questo José trova spazio solo quando la Fiorentina viene schierata a trazione anteriore. Fino a giugno avrà altre occasioni per rilanciarsi, con la classifica più serena sarà possibile concedergli altre occasioni. Poi si vedrà perché a oggi, con l’ingaggio pesante che ha (2,2 milioni, meno solo di Ribéry), lasciarlo in panchina è un lusso. Lo riporta il Corriere Fiorentino.
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