di Marco Collini
Oggi ai microfoni di Labaroviola.com abbiamo l’ex attaccante della Fiorentina Marco Nappi, oggi allenatore del BSU Beijing Under 17 in Cina.
Buongiorno Nappi, sei stato due anni alla Fiorentina. Come fu la trattativa?
“Buongiorno Marco, ero nel Brescia i primi mesi del 1989′ in B, ero felice e primo in classifica. Un giorno mi chiamò il nostro ds Riccardo Sogliano dicendomi: ‘Vai a Firenze a firmare’. Accettai lo stesso ingaggio che avevo alle rondinelle. Fui felicissimo un attimo dopo..”.
Come fu l’approccio con l’universo viola?
“Fantastico! Una settimana prima seguivo la Fiorentina in TV contro l’Atletico Madrid..e poco dopo mi ritrovavo a fare il torello con Dunga e Baggio”.
Primi sei mesi intensi..salvezza e finale Uefa. Raccontaci tutto..
“Ci salvammo alla penultima in casa, vittoria con l’Atalanta. Nel mezzo ci fu il percorso meraviglioso in Europa. Il gol con l’Auxerre all’esordio, quello poi che ci diede la finale a Brema”.
Che rapporto hai avuto coi 2 presidenti dell’epoca?
“Ottimo, erano persone d’altri tempi. Sia il Conte Pontello che Mario Cecchi Gori incutevano un rispetto misto a timore. Il primo fu tenerissimo il giorno del mio matrimonio..mi inviò un biglietto che conservo ancora. Da brividi!”
Nella prima stagione fosti allenato da Giorgi e Graziani. Che tipi erano?
“Molto diversi, Giorgi un uomo molto educato. Un signore d’altri tempi. Fu lui a volermi a Firenze, mi manca molto. Graziani aveva da poco smesso di giocare, faceva ancora le partitelle con noi, ti trasmetteva grande carica oltre che senso tattico. La partita col Werder fu un capolavoro. Loro avevano eliminato il Napoli di Maradona e noi li buttammo fuorin Fu la sera che feci ‘La foca’. Indimenticabile”.
Com’era giocare con un leader come Dunga?
“Carlos era un duro. Non era semplice averlo come compagno di squadra..nel senso che se sbagliavi un passaggio ti massacrava (ride n.d.r.). Fu in privilegio conoscerlo. Vederlo alzare la coppa del mondo da capitano fu una consolazione da Italiano”.
Chi erano i compagni più divertenti?
“Baggio e Di Chiara con le loro barzellette! Ma anche Borgonovo e Dell’Oglio erano spassosi. Altri tempi, meno social e più vicini alla gente”.
Un esempio..
“Il giorno del mio arrivo alla Fiorentina, dopo l’allenamento che era visibile ai tifosi. Accompagnai a casa in centro un tifoso a cui avevo fatto l’autografo. Avremmo fatto la stessa strada e mi venne naturale. Oggi sarebbe impossibile..”.
Il motivo della tua cessione nel 91′ quale fu?
“Avevo il contratto in scadenza. Nessuno mi chiese di rimanere. È il calcio. Mi rimane l’affetto dei fiorentini, lo avverto a distanza di trent’anni e ne sono felice”.
Ricordi i periodi che portarono alla cessione di Baggio?
“Certo, Roby era solitamente un burlone nello spogliatoio. In quel periodo lo vedevo insolitamente teso, le voci erano tante. Fu impossibile per lui poter rimanere. Il potere dei calciatori era uguale a zero”.
In quale calciatore del calcio di oggi ti rivedi?
“Ti dico Federico Chiesa. Siamo entrambi velocissimi come caratteristica principale, lui è solo più robusto..”