Paolo Vanoli ha parlato in conferenza stampa al Viola Park alla vigilia della partita al Mapei Stadium di Reggio Emilia contro il Sassuolo, queste le parole dell’allenatore viola sui diversi temi toccati.
Dopo Bergamo aveva parlato di un timing giusto per cambiare. Questo è il timing corretto per cambiare qualcosa?
Ti stai riferendo alla difesa a 4? L’ho detto ch enon sono anarchico, è una cosa che ho in testa. Dirlo oggi a voi è come farlo agli avversari, quindi vedremo domani.
Anche lei è d’accordo che la squadra è ad un passo dall’uscire da questa situazione?
Una settimana delle poche che ho sfruttato, dopo avremo questo tour de force, abbiamo lavorato sotto tutti gli aspetti, sia fisico che tattico. Poi sappiamo che l’importanza di questo mese, partita dopo partita, iniziamo con il Sassuolo, una squadra che avevo visto dal vivo contro la Lazio. Una rosa competitiva, perché in ogni ruolo ha delle valide alternative anche se si è fatto male Berardi. Hanno allestito una rosa compatta, di giovani, di giocatori esperti, una squadra forte anche in transizione, hanno giovani capaci di ripartire davanti.
La settimana è partita con il confronto, domani ci saranno oltre 3 mila tifosi a Reggio Emilia. Questo è un fattore psicologico in più?
In questo momento difficile è stato forse significativo ed importante, i tifosi ci hanno dimostrato attaccamento alla maglia, deve essere un’iniezione importante, tocca a noi trascinare loro. Secondo me a Bergamo, rivedendo la gara, abbiamo fatto delle belle cose soprattutto nel secondo tempo, io sono uno che va a cercare la fortuna, e dobbiamo farlo insistentemente, ma se andiamo noi in vantaggio e quel cross va fuori… Bisogna invertire questi periodi, bisogna essere lucidi e dare qualcosa in più.
Come sta Gosens? Sarà disponibile? In questa settimana ha visto qualche giocatore da adattare esterno?
Con Robin abbiamo fatto un passettino, ha fatto una piccola parte di rifinitura oggi. Lo valutiamo giorno dopo giorno, sta lavorando forte, domani non sarà a disposizione. Abbiamo recuperato Fortini che ha avuto la febbre fino a ieri, non ci sarà Fazzini per il problema alla caviglia, penso di recuperarlo settimana prossima.
Al Torino spesso faceva allenamenti a porte aperte. Ha pensato di farlo?
Sicuramente l’ho detto, anche a Torino quando ho potuto l’ho aperto, penso che sia per noi che per la gente sia un momento bello, ho chiesto solo un attimino di tempo. Devo solo programmare ma mi sembra una cosa bella anche nonostante la situazione.
Kouamé può giocare esterno. Gudmundsson e Fazzini?
Fazzini l’ha fatto. Gudmundsson lo potrebbe fare ma mi piace più dentro al campo, ha delle qualità per giocare lì, per farci uscire. Per me sarebbe una forzatura. Fazzini con il Como ha giocato lì, è un ragazzo intelligente, anche se non è il suo ruolo lo potrebbe fare.
Le due punte le ha riproposte anche alla Fiorentina. C’è la possibilità di trovare un trequartista (Gudmundsson) dietro le due punte?
Io quando parlo di due punte, non è che devo per forza giocare con due punte fisiche, per me è un’idea calcistica. Poi queste punte possono avere caratteristiche diverse. Normale che se gioco con Kean e Piccoli sono punte strutturali, se invece ho Kean e Gud posso giocare in verticale. Cambia la caratteristica del giocatore. Non pretendo che Fazzini mi faccia la seconda punta a uomo, come invece può fare Piccoli o Kean, sono caratteristiche. Ho la fortuna di avere quattro punte. Per me oggi il calcio è talmente evoluto… per me sono giocatori che se si mettono al servizio dell’altro… Il concetto, l’idea, deve esserci, poi Gudmundsson ha altre caratteristiche che vorrei sfruttare. Con lui ho bisogno delle mezzali che attaccano lo spazio, magari con due punte più fisiche, mi basta la mezzala, sono tante situazioni che lavorando capisci.
A proposito di Gudmundsson, per lui sono stati giorni importanti. L’ha visto più rilassato dopo la chiusura del caso giudiziario? C’è la possibilità, che possano coesistere tre punte diverse ovvero Gud con Piccoli-Kean?
A livello tattico si può fare tutto, ma deve esserci equilibrio. Qui dobbiamo attaccare ma anche difendere, sarebbe bello se fosse tutto facile. Ho una squadra che se vuole forzare la partita, può fare 1-2 oppure puoi cambiare sistema di gioco.
Gudmundsson, l’avete visto anche nell’intervista, ha detto delle belle cose da ragazzo maturo, l’ho stimolato, ma se vedo l’aspetto umano ha passato tre anni non facili. Adesso di questa cosa qua si è liberato, voglio che si liberi in campo e faccia vedere quello che tutti noi ci aspettiamo. In lui ci credo molto, l’ho stuzzicato. Credo che dentro questa situazione da uomo non è facile. Ora lo vedi più con il sorriso, sereno, non vuole essere compatito perché è un professionista. Ora deve dare tutto per aiutarci.
Una delle problematiche è il centrocampo, che non fa troppo filtro, poi hai Fagioli e Caviglia che dovrebbero proporre. Sei contento del loro rendimento?
Pretendo di più da me stesso, dallo staff e anche dai giocatori indipendentemente se vanno in campo o meno. Sul centrocampo non è vero che non sono capaci a fare filtro, per me devono imparare a tenere meglio la posizione, poi Fagioli e Caviglia sono due giocatori completamente diversi. Nicolò è una mezzala di palleggio, ma giocando da play a me è piaciuto, chiedo per le sue qualità tecniche di vedere la giocata in avanti. Il primo controllo si torna indietro. Pretendo dal centrocampista che guardi più avanti e lui ha queste qualità. Hans invece è un giocatore che anche lui deve imparare questo. Ma voglio più ordine. Anche con l’Atalanta i tre centrocampisti devono avere un filo di collegamento, è troppo importante, anche se giochi a due. Servono degli automatismi che stiamo cercando. Il segreto di una squadra è non perdere il centrocampo, a volte loro per voglia di fare, perdono il posizionamento, tutti questi interscambi, ti trovi fuori posizione, vuol dire non riuscire a conquistare la seconda palla. Fagioli è quello che tra il primo e secondo tempo, era più preoccupato a schermare la palla di Scamacca, gli ho detto di stare cinque metri più avanti per guadagnare campo.
Ha sentito il presidente Commisso?
Il presidente è sempre vicino, lo ringrazio perché nonostante il momento di salute, sta soffrendo per lui e per la Fiorentina. Ogni giorno è accanto a noi.
Gli interpreti sono quasi gli stessi dell’anno scorso. Visto che è un difensore, si è dato una spiegazione?
Non posso guardarla da fuori, lo faccio da dentro. Secondo me ultimamente l’attenzione è salita, ripeto se poi valutiamo il gol preso su un cross sbagliato… dobbiamo essere anche se abbiamo fatto un passo in più sulle palle inattive, penso che l’attenzione di questi difensori sia cresciuta. A volte magari avevano un sistema di difendere sotto i 16,50 io preferisco che vadano a sentire l’uomo e lavorino di linea. Ho notato che quando ci sono questi momenti, per generosità vanno a fare dei raddoppi che non servono. A volte più lucidità dentro l’area ci vuole, ci stiamo lavorando.
I centrocampisti fanno poca densità. Come mai?
Hai ragione, sono giocatori con caratteristiche più da palleggio e poco di attacco alla profondità tranne Mandragora perché ha acquisito un’intelligenza tattica superiore, gli altri, tipo Sohm è un giocatore bravo a farsi trovare in rifinitura per l’ultimo passaggio. Non hanno la caratteristica di attaccare forte l’area, per questo bisogna trovare altri tipi di soluzioni, uno è quello che dico a Gudmundsson, non abbassarsi troppo. I quinti devono essere più protagonisti nell’area di rigore, va migliorato. Anche se in questo momento facciamo fatica a riempire l’area, tendiamo ad andare in transizione, la pazienza di portare la palla nell’ultimo terzo e fare un giro in più ti permette di attaccare meglio l’area. Siamo frenetici di fare cross o tiro, quel giro in più nell’ultimo terzo, ti permette di arrivare con qualche centrocampista in più. L’unico è Ndour che ha la gamba per attaccare in profondità.
