
Scene da film. Attimi seri e concreti di paura ma nei quali la freddezza ha dovuto anteporsi forzatamente all’istinto di reagire alla «violenza domestica» vissuta nella tarda serata del 22 ottobre scorso. «E’ stato un trauma» dice Luca Toni, campione del mondo, protagonista di una storia capace – come succede in questi casi – di lasciarti segni e ferite visibili e non. Perché entrare in casaevedere moglie, suocera e badante legate e imbavagliate (con nastro adesivo), subire un colpo col calcio della pistola da parte di uno del team criminale, avere i propri figli a fianco – Bianca e Leonardo, fortunatamente non coinvolti in una situazione terrificante come questa, beh, ti scortica gli occhi e i pensieri anche se «l’importante – dice ora Luca – è che la mia famiglia sta bene».
Giovedì scorso, Luca Toni, rientrando in casa ha visto e vissuto scene che si vedono nei film ma anche attimi che purtroppo-capitano a
tantissime famiglie in tutto il mondo. Gli uomini (tre in totale) avevano l’accento dell’est, uno solo aveva la pistola, erano vestiti da assetto militare e muniti di passamontagna; e l’auto – con la quale sono poi fuggiti, grazie al terzo uomo che faceva da palo – era stata segnalata da giorni per furti in serie, pare un’Audi A3. Tre malviventi senza scrupoli che attorno alle 19,30 circa sono entrati nella villa a Montale, frazione di Castelnuovo Rangone in provincia di Modena.
La Procura della città emiliana racconta che «i Carabinieri stanno svolgendo indagini al fine di acquisire ogni possibile elemento per risalire agli autori, sperando di individuare tracce anche da possibili errori nelle modalità esecutive del piano che risulta molto ben preparato». Una strategia studiata e pianificata da giorni quindi, fatta a tavolino anche in base agli spostamenti e ai percorsi della famiglia Toni, probabilmente a loro ben noti.
Luca è stato minacciato davanti ai propri figli, che lui stesso ha immediatamente chiesto che fossero lasciati stare. Così, almeno quello, è stato. Durante il blitz, Luca ha anche ricevuto un colpo col calcio della pistola, il tutto mentre moglie, suocera e badante erano legate e imbavagliate nella stanza a fianco. Fuori era praticamente buio, il tutto è avvenuto dalle 19,30 alle 21, un’ora e mezza di terrore, una partita contro brutti ceffi, con le forze dell’ordine poi chiamate dai vicini perché con la macchina ferma fuori a mo’ di palo – nulla aveva i contorni della normalità.
A Luca sono stati sottratti orologi di valore (anche Rolex) e un bel po’ di contanti (un migliaio, pare), oltre ad altri oggetti: non sarebbero stati presi trofei legati al calcio. Non è purtroppo la prima volta che Toni viene preso di mira: capitò anche (nella stessa villa) nel 2008, quando venne rubata una maglia della nazionale ma non la scarpa d’Oro vinta dopo il campionato 2005-2006; poi, ancora, nel 2017 quando assieme al presidente del Verona Setti venne aggredito in auto. Lo riporta La Gazzetta dello Sport.
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