Sabato sera contro il Crotone per la Fiorentina la cosa importante era una sola: cogliere i 3 punti. Questi sono arrivati ed anche in maniera più che meritata, considerate le tante occasioni fallite per chiudere definitivamente il match, sia sul 2-0 che sul 2-1. Resta però il fatto che negli ultimi minuti siano venute fuori tutte le fragilità emotive di questa squadra, che in vantaggio di una sola rete ha di colpo abbassato di molto il proprio baricentro.
Ci sono per fortuna anche tante note positive: un Castrovilli enorme nei primi 45 minuti, un goal delizioso di Bonaventura (eravamo l’unica squadra di Serie A a non aver ancora segnato una rete da fuori area in Campionato), bene anche Amrabat e Ribery. Vlahovic invece, pur essendo stato fondamentale per il secondo goal realizzato dai gigliati, ha fallito diversi contropiedi potenzialmente molto interessanti.
Dietro Milenkovic ed, appena entrato, Martinez Quarta (a proposito questo calciatore ha un bellissimo futuro davanti se cresce anche fisicamente) hanno giganteggiato, ma nulla è ancora risolto, perché ci aspetta venerdì sera alle ore 20,45 una nuova sfida da vincere, quella col Torino (con i nostri supporters gemelli nel tifo rispetto a quelli granata, divisi soltanto 180 minuti ogni anno) del neo allenatore Nicola, che sembra aver già riportato entusiasmo nei giocatori, meritevoli di una gran rimonta a Benevento venerdì scorso.
Vincere significherebbe dire addio quasi definitivamente alla lotta per non retrocedere e quindi, per la gioia di Commisso (che si è dato questo solo obiettivo, se non si costruisce lo stadio nuovo con annesso business commerciale), puntare alla parte sinistra della classifica.
Giocare tranquilli la seconda parte di stagione sarebbe fondamentale non solo per l’attuale 11 titolare, bensì per provare anche i giovani ed i calciatori che hanno avuto meno spazio quest’anno, ma che sono destinati a sostituire parte (il resto verrà dal mercato) dei molti quasi sicuri partenti a fine stagione, a cominciare dai difensori Pezzella e Milenkovic (per entrambi scadenza di contratto prevista nel giugno del 2022).
E poi non dimentichiamoci che noi siamo la Fiorentina, e non dovremmo mai, o quasi mai almeno, essere inclusi nella lotta per la salvezza, per la storia, la piazza (i tifosi) e la città che i nostri giocatori (ma anche presidente e dirigenti) devono rappresentare nel giusto modo.
Ora l’ultima settimana di calciomercato che ha diviso i giornalisti toscani, tra chi pensa che Pradè sia ormai stato non confermato per la prossima stagione e che quindi non gli verrà destinato nessun particolare budget di spesa (dopo Kokorin arriverebbe quindi in riva all’Arno il solo Malcuit), e chi invece sostiene che negli ultimi giorni o, ancora meglio, nelle ultime ore di mercato la Fiorentina piazzerà colpi importanti, perché è tra le poche società sane a livello economico e con liquidità da poter mettere sul piatto della bilancia.
Giancarlo Sali