Ma la task force di Gauer tiene duro: e da Bruxelles fanno sapere che il nodo sta nel quartiere, che secondo il progetto non risulta «degradato» come invece richiesto dal bando del Pnrr. Un corto circuito tutto italiano, visto che i finanziamenti europei riguardavano la rigenerazione urbana e sono stati poi i governi a stilare il Pnrr e a inserire l’elemento del «degrado»: un piano nazionale che Bruxelles ha avallato a posteriori, ma che ora esige che venga rispettato alla lettera. «È necessario che i progetti riguardino “larghe” aree urbane degradate» e che abbiano un «obiettivo sociale», spiega la portavoce degli Affari economici dell’Ue, l’olandese Veerle Nuyts, che aggiunge che i progetti del Franchi e del parco dello sport di Venezia «non erano parte del Recovery iniziale».
A Firenze questa versione non convince: e nella nota che ieri Palazzo Vecchio ha diffuso si spiega, prima, che la riqualificazione del Franchi era prevista dal Consiglio Ecofin già nel luglio 2021, poi, che i tre criteri scelti dal governo italiano (rifunzionalizzazione delle aree pubbliche, miglioramento della qualità del decoro urbano e miglioramento della qualità ambientale e del profilo digitale delle aree uRbane) non dovevano essere necessariamente contemplati tutti dal progetto (come invece chiede Bruxelles). Ne sarebbe bastato uno, tanto che il governo ha approvato il progetto del nuovo Franchi e lo ha finanziato. Non solo, nel fascicolo ci sarebbe una mappa che dimostra che Campo di Marte è comunque una zona degradata: l’area ha un Indice di vulnerabilità sociale e materiale superiore a 103. Lo scrive il Corriere Fiorentino.
Monti: “Non condivido la scelta di giocare fuori Firenze, come del resto quasi tutti i tifosi viola”