Luciano Spalletti è intervenuto a Sky Sport al termine di Milan-Napoli di Champions League. “Meritavamo di più? Non ho da dire niente, commentare dopo le partite è tempo perso, perché non si torna indietro. Abbiamo fatto i complimenti alla squadra perché abbiamo provato a fare la partita anche in inferiorità numerica. Complimenti anche a Maignan, per quello che ha fatto vedere. Loro sono una grande squadra, ma abbiamo gestito bene anche in dieci. Abbiamo fatto la partita che dovevamo fare. Bravi ragazzi. Grandi speranze per il ritorno, pur senza Anguissa e Kim? Qualsiasi assenza diventa pesante, in questo momento della stagione, ma abbiamo chi possa sopperire: è stato così sempre, altrimenti non saremmo arrivati dove siamo. Ci fidiamo del gruppo, ma dispiace non avere Anguissa: secondo me è ingiusto”.
Spalletti ha poi aggiunto: “Era già pianificata la sua sostituzione, stavamo scegliendo chi mandare in campo al suo posto: è un dispiacere aver perso due minuti a decidere chi gettare nella mischia. Le decisioni dell’arbitro non le commento oltre: c’era Rosetti e sta a lui commentare. Anguissa ha preso molta palla, in quell’occasione. L’ammonizione di Zielinski e Krunic, invece, non le guardiamo? Se mi parlate di gesti eclatanti, allora spiegatemi la bandierina rotta da Leao. Andate a dire ai bambini: ‘Potete stroncare le bandierine perché non vi viene fatto niente, prendete a calci tutto ciò che è attorno al campo’…”.
Infine, una stoccata ai tifosi: “Qui si passa alla storia… Ogni tanto siamo sensibili a delle situazioni che ci creiamo da soli; penso al clima che c’era al Maradona alla prima col Milan. E’ un qualcosa di cui ancora non mi capacito: non si sentiva il sostegno dei nostri tifosi, ma solo di quelli del Milan. Mi è dispiaciuto vedere il nostro stadio in quella maniera contro il Milan al di là del risultato non lo immaginate. Stiamo vincendo il campionato a 33 anni dall’ultima volta, vedere un tutti contro tutti è una roba che non riuscirò mai a capire e che mi porterò sempre dentro. Se al ritorno succede la stessa cosa prendo e vado a casa, lascio la panchina, perché tutto ciò è inspiegabile”.