L’altra sera al gala inaugurale della Festa del cinema di Roma c’era anche Rita Rusic, già signora del cinema italiano e first lady
viola ai tempi della presidenza Cecchi Gori. Rusic era in vena di ricordi e tra i molti aneddoti sulla Fiorentina anni Novanta ne ha raccontato uno anche su Pioli: «Ricordo un ritiro estivo in cui facemmo un torneo di doppio a ping pong e giocai in coppia con lui. Ragazzo intelligente, superiore alla media dei calciatori». È anche a questa intelligenza che il mister dovrà fare ricorso per rimettere a posto le cose. Quella di San Siro è la partita di Pioli e non c’è bisogno di spiegare perché. Ci arriviamo ammaccati ma magari con la forza nascosta e imprevedibile di chi si trova con l’acqua alla gola e il mister è a mollo più di tutti, come è normale in questi casi.
Serve tattica, psicologia e magari un po’ di fortuna. Di sicuro le assenze nel Milan sono più pesanti di quelle delle Fiorentina: non basta certo a renderci favoriti ma aiuta senz’altro a sperare. A proposito di Rusic, ha raccontato anche che, appena insediata la proprietà Cecchi Gori, ci fu una riunione e lei prese la parola: «Proposi di cambiare colore della maglia, dissi che nello spettacolo il
viola porta male e calò il silenzio. Tutti mi guardarono come fossi pazza, poi col tempo ho capito che l’avevo sparata grossa». Vero, cara Rita, ma su Pioli no, l’hai detta giusta: è uno in gamba e bisogna avere fiducia, tocca a lui tirarci fuori. Lo scrive La repubblica
