Le nazionali spesso tolgono, ma a volte restituiscono. È il caso di Albert Gudmundsson, che a settembre aveva lasciato la Fiorentina con un infortunio e un pizzico di amarezza, mentre a ottobre è tornato rinvigorito e in fiducia. Con la maglia dell’Islanda, l’attaccante viola ha segnato una doppietta contro l’Ucraina — due gol da vero centravanti, uno di testa e uno di sinistro — arrivando così a tre reti in due partite con la sua nazionale. Prestazioni che testimoniano una ritrovata brillantezza e che fanno sperare in un suo rilancio anche in Serie A, dove la Fiorentina ha un urgente bisogno della sua qualità per uscire dal momento di difficoltà.
Il rendimento di Gudmundsson in viola, finora, non è stato all’altezza delle aspettative: solo un gol e due assist tra campionato e Conference League. Un bottino troppo scarno per chi era stato considerato l’uomo in grado di spostare gli equilibri. Le difficoltà sono anche il frutto di una stagione passata complessa, segnata da problemi fisici, dal processo per cattiva condotta — da cui è stato assolto ma con ricorso ancora in corso — e da un feeling mai sbocciato con il precedente allenatore. Ciononostante, i tifosi non hanno mai smesso di credere nel suo talento, ricordando lampi di classe come la doppietta alla Lazio e i gol contro Milan e Juve.
Quest’anno, dopo il riscatto definitivo e l’arrivo di Pioli, le aspettative sono salite ulteriormente, ma l’inizio di stagione è stato deludente. Pioli, tuttavia, non ha perso la fiducia: contro il Milan intende ripartire proprio da Gudmundsson, schierandolo insieme a Fazzini alle spalle di Kean, per sfruttare la sua creatività e il suo rinnovato entusiasmo. La Fiorentina, che per lui ha investito oltre 20 milioni di euro, si aspetta che l’islandese trasformi la fiducia e le buone sensazioni della nazionale in concretezza e leadership, ritrovando quella incisività che, finora, si è vista solo a tratti. Lo scrive Repubblica.