Iachini dice ai suoi di giocare, scrive oggi Repubblica. Lo dice ripetutamente dalla panchina per 90’, mentre la sua squadra prima conquista il doppio vantaggio nel giro di 180 secondi dal fischio iniziale e poi dilapida tutto, calando dal punto di vista fisico e annullando quelle minime tracce di gioco che si erano viste. Come è possibile ritrovarsi sul 2-0 contro lo Spezia, neo promosso in Serie A e con tante assenze, e poi concedere sempre più metri agli avversari per poi ritrovarsi a rimpiangere una vittoria ormai in tasca e una posizione in classifica decisamente poco emozionante? Il successo nella prima di campionato, le due sconfitte di fila, una lunga sosta che tra mercato, progetti sulle infrastrutture e sfide con le nazionali, aveva spostato l’attenzione su altri temi mettendo in secondo piano quello tecnico. Una squadra che secondo la dirigenza era uscita rafforzata e più competitiva con la cessione di Chiesa e gli arrivi concordati con Iachini che aveva chiesto più alternative in ogni ruolo.
Proprio il tecnico, che aveva ammesso le responsabilità sulla fascia di capitano data a Chiesa a poche ore dal suo passaggio alla Juventus. Lo stesso tecnico al quale non viene chiesto di portare la squadra nelle prime posizioni di classifica, anche se l’obiettivo Europa (quella minore) sarebbe comunque da mettere nel mirino per dare ambizioni ai propri giocatori. A Iachini però si può chiedere di dare una idea di gioco che con Amrabat, Castrovilli, Bonaventura e Ribery (per non citare Callejon ancora non al top della forma) non può non avere questa squadra.
Contro lo Spezia sia Pezzella che Biraghi trovano i guizzi vincenti e da veri bomber. Poi gli avversari, merito della filosofia del tecnico, rimettono in ordine le idee e provano a riaprire la gara tramite il gioco. Con l’identità, col gruppo. La rete di Verde col pallone che Caceres buca concedendo una voragine al suo diretto avversario. E poi quel gol di Farias che completa una rimonta che si era fatta sempre più probabile col passare dei minuti. Perché lo Spezia cresceva col gioco, la Fiorentina arretrava e buttava al vento ottime occasioni. La delusione è tanta, la classifica dice quattro punti in quattro gare e otto reti incassate. Ma soprattutto mancanza di idee, di trame, di prospettiva anche nel poter cambiare assetto in corso gara. Risultato: malcontento tra i tifosi e sensazione che questo gruppo possa esprimere molto di più. Iachini non è in discussione e il calendario tutto sommato sarebbe dalla sua parte. Eppure quello di ieri è un altro passo indietro, dopo la sconfitta con la Sampdoria che aveva cancellato quanto di buono fatto con Torino e Inter (almeno dal punto di vista del gioco).
Gazzetta, Ribery sconfortato allarga le braccia. Iachini in bilico, spunta l’idea Sarri ma…