Ai microfoni di
Radio Bruno ha parlato l’ex mister della Fiorentina Cesare Prandelli. Queste le sue parole: “
Cosa provasti quando venisti a giocare a Firenze da avversario? Mi ricordo, eravamo sdraiati nel pullman con i brividi e si capì cosa significava venire a giocare a Firenze. Lo capì anche Platini.
Prime cose belle vissute in città? Innanzitutto, l’arte di Firenze è conosciuta da tutti. Un museo a cielo aperto. La cosa che mi ricordo di più di tutti e che dal punto di vista calcistico ti può regalare tutto. I fiorentini sono strepitosi anche se pretendono moltissimo.
Io in sintonia con i fiorentini? I primi mesi ero in difficoltà perchè eravamo terzi e mi dicevano che andava tutto troppo bene. Ovviamente, con ironia. Una sera ero a casa, guardavo una trasmissione sull’alluvione. E vidi una scena che mi fece capire cosa sono i fiorentini.
Quando torno a Firenze? La fiorentinità ti entra dentro e affronti la vita con ironia e con battute che servono a sdrammatizzare.
I posti più belli della città? Ogni squarcio di Firenze è bellissimo. Vivevo sopra Arcetri ed è stato straordinario. Per non parlare delle chiese. Ogni volte c’è qualcosa di nuovo da vedere. A me piace l’arte, il bello. Mi sento cittadino di Firenze.
La vita politica della città? Mi interesso, leggo. La vita è vivere il quotidiano delle persone che vivono in un certo posto.
Un mio ingresso in politica? In molti ci hanno provato, ma non mi sentirei a mio agio. Mi piace l’idea di risolvere i problemi, al di là dell’ideologia. Bisogna andare oltre i partiti e non litigare.
Come sono caratterialmente i fiorentini? Firenze una delle città più generose al mondo. Lo dice la storia di questa città”.