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Polverosi non ha dubbi: “Parole Dzeko? Pioli ha ragione. Ma probabilmente Edin non intende due centravanti”

Firenze, Stadio Franchi, 21.09.2025, Fiorentina-Como, foto Lisa Guglielmi. Copyright Labaroviola.com

Rassegna Stampa

Polverosi non ha dubbi: “Parole Dzeko? Pioli ha ragione. Ma probabilmente Edin non intende due centravanti”

Redazione

25 Ottobre · 13:35

Aggiornamento: 25 Ottobre 2025 · 13:35

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"Tra Kean e Piccoli non c'è intesa"

Nelle pagine del Corriere dello Sport troviamo le parole di Alberto Polverosi: “Prima di entrare nella discussione fra Dzeko e Pioli (discussione di calcio e quindi portatrice di idee sane), conviene fare chiarezza sui termini, sulla differenza fra “centravanti”, “attaccante”, “prima punta” e “seconda punta”. Solo così si evita la confusione. Ci facciamo aiutare dai nomi. Il centravanti gioca al centro dell’attacco, deve chiudere l’azione, in passato aspettava la palla in area di rigore (Paolo Rossi, Stefano Borgonovo), nel calcio di oggi deve anche collaborare alla fase difensiva, ma il suo primo obiettivo resta il gol. Centravanti classici sono Lukaku, Hojlund, Vlahovic, Kean, Piccoli, Pio Esposito, ovviamente Haaland e possiamo andare avanti ancora un po’. L’attaccante ha una funzione in più e racchiude giocatori con caratteristiche diverse, può collegare il centrocampo al centravanti come fa Dzeko (per il quale la definizione ideale sarebbe “giocatore d’attacco”) o come fa (dovrebbe fare…) Gudmundsson, trequartista puro. La prima punta si avvicina, come concetto, al centravanti, ma spesso si definisce così anche chi segna tanto. Gigi Riva non era al centro dell’attacco, nella Nazionale di Valcareggi i centravanti erano Anastasi (Europeo ‘68) e Boninsegna (Mondiale ‘70), ma non potrà mai essere considerato una seconda punta. Che invece ha un compito ben definito: giocare a favore del centravanti, girargli intorno, sottrargli la marcatura, renderlo libero per la conclusione. Per restare alla Fiorentina degli ultimi trent’anni, la vera seconda punta è stato Ciccio Baiano che stava a Batistuta come lo scalpello a Michelangelo.

La lunga premessa serve per chiarire bene il “duetto” Pioli-Dzeko. Edin dice che si può giocare anche con due punte, ma probabilmente nemmeno lui intende due centravanti perché egli stesso, nonostante abbia una carriera strapiena di gol, non si può oggi considerare una prima punta. Il bosniaco si stacca dalla linea avanzata, scende a metà campo, si fa dare palla spalle alla porta da Nicolussi-Caviglia o da Fagioli, la smista e riparte. Pioli lo ha voluto a Firenze per questa ragione. Dzeko può giocare sia con Kean che con Piccoli e, modificando il suo lavoro, anche con Gudmundsson. Pioli dice che per ora due punte vere è meglio di no. Ha ragione. Due punte vere, due centravanti veri, sono Kean e Piccoli che come coppia hanno fatto poco, molto poco. Quando l’allenatore li ha schierati insieme non c’è stata intesa.

L’equivoco è nato perché Kean, con un centravanti che sa fare anche la seconda punta, ovvero Retegui, ha impressionato in Nazionale. Ma Retegui ha ben altre caratteristiche rispetto a Piccoli, acquistato dalla Fiorentina (a caro prezzo: 27 milioni di euro) come alternativa a Moise perché capace, come l’ex juventino, di attaccare la profondità. Pur immaginando che tenere in panchina un giocatore pagato così tanto non sia una gran cosa per la Fiorentina, siamo rimasti stupiti quando Pioli li ha messi uno accanto all’altro, a Torino, col Como, nel secondo tempo col Napoli e con la Roma. Ecco, con la Roma è arrivata la riprova che i due in coppia stridono: nel primo tempo Kean aveva fatto il diavolo a quattro nonostante l’inesistente contributo di Gudmundsson; nella ripresa, quando è entrato Piccoli, l’ex juventino è scomparso dalla partita. Considerazione finale: seguendo il pensiero di Pioli, per un po’ di tempo non vedremo più Kean e Piccoli insieme, non vedremo Gudmundsson alle spalle di Kean e Dzeko o di Dzeko e Piccoli, ma vedremo Kean o Piccoli con Gudmundsson o con Dzeko. Ora è giusto così”.

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