
Per parlare dell’imminente sfida Benevento-Fiorentina e della sua grande passione viola, Labaroviola ha contattato in esclusiva Alessandro Nutini, noto musicista e batterista della Bandabardò.
Buongiorno Alessandro, come vedi la volata-salvezza che vede i viola in ballo?
“Sono molto realista e come si dice a Firenze ‘la veggo bigia..’. Considero due posti già quasi assegnati, ovvero Crotone e Parma siano destinate alla retrocessione. Resta una casella da completare, la Fiorentina è quella senza una totale idea di gioco, con un carisma sul campo inesistente. Pensare che oggi dovremo sperare di racimolare un punticino a Benevento fa veramente tristezza..”

L’operato di Prandelli ti è sembrato all’altezza?
“Non vedo proprio come avrebbe potuto gestire diversamente. Anzi mi rincuora che sulla panchina ci sia un tecnico come lui che mastica calcio da anni (pur non essendo un Prandelliano a tutti gli effetti..ndr.), ha comunque dimostrato che provando a giocare in maniera più aperta come a Napoli, il risultato sia stato un’imbarcata di proporzioni cosmiche. Cesare ha capito che l’unico credo tattico siano i cinque difensori bloccati, col solo Ribery a suggerire per Vlahovic, bravo e volenteroso quanto acerbo”.
Che tipo di tifoso ti definisci?
“Sono sempre stato uno da stadio, ho frequentato il Comunale fino al 1990′, andavo sia in casa che in trasferta. Sono stato alcune volte anche in europa al seguito della viola. C’ero anche la sera di Avellino, quando i gobbi ci rubarono letteralmente la Coppa Uefa. Quel giorno mi fece schifare del mondo pallonaro, un gioco di potere per corrotti dove vincono sempre i soliti. Ricordo come scesi in strada ad esultare per le vie di Firenze dopo la vittoria dell’Argentina sull’Italia nella semifinale dei mondiali del 1990′. Pensate che col motorino andai fin davanti al Bar Marisa, dove incontrai a piedi Oscar Derticya, centravanti della Fiorentina di quei tempi, godevo insieme a lui della sconfitta dell’ItalJuve. Ho poi continuato a seguire ma senza essere più presente in curva Fiesole, ripresi dopo il fallimento. Infatti com’è noto, noi fiorentini siamo buoni sì a contestare, ma nel momento del bisogno non abbandoniamo la nostra amata. Le mie sensazioni che sia tutto un gioco poco leale fu intensificato dopo i fatti del 2006′ legati a Calciopoli, nei quali fummo penalizzati dopo esser stati vessati per un anno intero da una classe arbitrale poi dichiaratamente gestita dalla Triade Moggi-Giraudo-Bettega.”.
Marco Collini
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