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Labaro viola: il mondo viola minuto per minuto
“Non ho sofferto per il dolore della cicatrice, ma del giudizio della gente su di me. Ma grazie a quella…”

Firenze, stadio A.Franchi, 14.09.2019, Fiorentina-Juventus, foto Fiorenzo Sernacchioli. Copyright Labaroviola.com

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“Non ho sofferto per il dolore della cicatrice, ma del giudizio della gente su di me. Ma grazie a quella…”

Redazione

22 Settembre · 13:22

Aggiornamento: 22 Settembre 2019 · 13:22

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Aspetta il primo gol per poter finalmente ringraziare a modo suo Firenze e la Fiorentina per l’affetto che ha ricevuto in queste prime settimane vissute in Toscana. Franck Ribery vuole diventare leader dei viola, vuole prendere per mano i più giovani e aiutarli a crescere.

Lui, d’altronde, ha tanto da raccontare. Da giocatore, certo, visto che vanta una carriera lunga e ricca di successi (25 titoli conquistati), ma anche da uomo. Perché il francese ha avuto una vita davvero particolare. A partire dall’incidente subito da bambino che ne ha sfigurato il volto: “Non mi sono mai messo a piangere in un angolino, eppure ho sofferto parecchio”, ha raccontato a Canal+.

Fin da piccolissimo Ribery ha sempre avuto tutti gli occhi addosso. Non per il suo talento, ma per quella maledetta cicatrice che spingeva la gente a giudicarlo esteticamente: “Non è stato facile essere un bambino e avere una cicatrice del genere in faccia – ha spiegato il francese –. Eppure proprio quella cicatrice mi ha dato la forza necessaria per andare avanti e mi ha forgiato il carattere”.

Prima di trovare dentro di sé la forza di ignorare gli sguardi e i commenti della gente Franck ha però vissuto un lungo periodo di difficoltà: “Il modo in cui gli altri ti guardano, i commenti che fanno… La mia famiglia ha sofferto molto per questo. E pure io. La gente mi guardava, diceva che la mia cicatrice era orrenda. Ovunque andavo ero osservato. Solo dopo molto tempo ho imparato a convivere con la cicatrice e a trovare forza dagli sguardi della gente”.

Al punto che ormai, per Ribery, quella cicatrice è un segno distintivo: “Fa parte di me, la gente deve accettarmi per come sono”. E a Firenze non solo lo hanno accettato, ma si sono già affezionati a lui. In attesa del primo gol da festeggiare insieme.

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