Biraghi con la bandiera e i colori di Firenze. E poi Nico, visibilmente distrutto, Milenkovic, Amrabat, Lollo Venuti: tutti lì davanti alla curva viola dell’Eden Park di Praga a ringraziare il popolo viola che li ha accompagnati in questa avventura. Avventura che si è chiusa con un altro sogno infranto. L’addio alla Conference è difficile da buttare giù. Anche perché la squadra viola, proprio come i suoi tifosi, ce l’ha messa tutta. Ma proprio tutta.
Ed è dura lasciare la Conference al West Ham dopo una partita vissuta a testa alta. Ci sono ancora lacrime nella notte viola. E ci sono i complimenti degli avversari, con l’allenatore Moyes in testa che stringe la mano e abbraccia Dodo e Amrabat come se fossero suoi giocatori. Italiano è lì, con loro, con i suoi ragazzi.
Parla si agita e a suo modo si dispera. Sì perchè Italiano ha messo la firma su un miracolo, quello di portare la Fiorentina a giocare due finali, ma poi… Sta tutta qui la delusione che l’allenatore sembra raccontare all’arbitro, o gridare in faccia a Igor che ha sbagliato l’occasione decisiva. Tutto questo mentre il West Ham festeggia e anche gli avversari vanno lì, da lui, a portargli complimenti che profumano (tanto) di beffa. Arriva anche l’applauso dei tifosi del West Ham alla squadra viola mentre è costretta a indossare la medaglia dei secondi. Degli sconfitti.
C’è voglia di rimanere a testa bassa, oppure, come succede a Bonaventura di non spiccicare parola con nessuno. Con i compagni, con gli avversari, con gli uomini Uefa che gli fanno rivedere la sia prestazione da numero uno e quel gol che aveva riacceso l’orgoglio della Fiorentina dopo lo svantaggio su rigore. Sarà a una notte lunga e buia, quella dei viola. Lo scrive La Nazione
LE PAROLE DI COMMISSO APPENA ATTERATO A FIRENZE
Commisso: “Potevamo vincere 3-0, non è giusto quello che è successo a Biraghi. Italiano punto fermo”