Il dato diventa ancor più clamoroso se si osserva poi quella che è stata la media-reti accumulata dagli attaccanti tra l’inizio della stagione e oggi: con la Fiorentina Kean viaggia alla velocità di un gol ogni 584′ mentre in azzurro il valore scende fino a 45′ (il classe 2000 ha segnato quattro volte in 178′: un automa), Gudmundsson con la sua Nazionale, tra settembre e oggi, ha potuto esultare già tre volte accumulando una media di un sigillo ogni 53′ (in viola è fermo a un centro in 407′) mentre Dzeko – quello che se la cava peggio – con la sua Bosnia ha collezionato più o meno lo stesso minutaggio totalizzato a Firenze (253′ contro i 271′ che gli ha concesso Pioli) ma ha segnato tre volte – un gol ogni 84′ – contro la sola volta in viola.
Numeri che non ammettono scuse e che impongono una riflessione profonda: il problema non è il valore degli interpreti ma il contesto tecnico-tattico in cui sono inseriti quando giocano assieme. Tradotto: il malfunzionamento dell’attacco va cercato a Bagno a Ripoli, non altrove. Lo riporta La Nazione.