
La Cremonese gli porta fortuna, ma tra il Mandragora decisivo all’esordio al Franchi a metà agosto e quello visto ieri allo Zini le differenze sono evidenti. Prima oggetto quasi misterioso, alla costante ricerca della giusta posizione in campo, ora equilibratore del quale Italiano non ha più intenzione di fare a meno.
Anche contro la Cremonese, e con un ritorno al 4-2-3-1 nel quale Amrabat resta imprescindibile, il centrocampista napoletano è stato il migliore, fosse solo per il gol e l’assist che hanno determinato il risultato finale. Lui che aveva trovato subito il gol alla prima di campionato anche per gentile concessione dell’allora portiere rossogrigio Radu, ieri ha messo in campo tutto il repertorio di geometrie e profondità, oltre a quella precisione al tiro che Italiano aveva già apprezzato nel corso del ritiro a Moena e dopo la quale Mandragora ha esultato con il gesto del biberon per festeggiare la prossima paternità («È arrivato da un altro contesto, doveva solo liberarsi di testa — ha detto ieri il tecnico tra i primi ad abbracciarlo — adesso sta rendendo per quello che ci aspettavamo. La crescita collettiva sta passando anche da giocatori come lui»).
Con quella di ieri Mandragora ha toccato la trentesima presenza complessiva in maglia viola, trovando il secondo gol in campionato (il quarto in totale contando anche i due centri in Conference League) e il terzo assist della sua stagione, mettendo su un piatto d’argento il pallone del due a zero che Cabral ha dovuto solo spingere in fondo alla rete. Un’azione avviata e rifinita dallo stesso Mandragora, che già nel primo tempo aveva scritto il suo nome sul tabellino dei marcatori con una manovra simile, trovando lo spazio giusto per il tiro dopo l’ennesimo inserimento in verticale.
Ed è proprio in questa dinamica di gioco che il centrocampista si sta rivelando decisivo, sopperendo ai limiti d’impostazione del compagno di reparto Amrabat con dinamismo e qualità, che si tratti di un centrocampo a tre (spesso completato da Bonaventura ma nel quale ha trovato spazio anche il rientrante Castrovilli) o di una scelta a due davanti alla difesa come avvenuto ieri a Cremona.
Insomma se per tutta la prima parte di stagione, oltre a quello del gol, uno dei problemi viola sembrava risiedere proprio a centrocampo l’exploit di Mandragora nel nuovo anno ha risolto numerosi problemi, soprattutto a Italiano che adesso può contare su più alternative per il reparto mediano. «I cambiamenti impongono sempre un po’ di tempo per l’ambientamento — ha detto Mandragora al fischio finale — oggi mi sento più inserito nei meccanismi della squadra, adesso speriamo di alimentare questa tendenza positiva in campionato. Italiano ha richieste specifiche per ognuno di noi, con il lavoro quotidiano stiamo uscendo da momenti complicati. Sogni nel cassetto? Sarebbe bello vincere entrambe le coppe, ma ora conta solo archiviare questa vittoria, recuperare le energie e pensare alla sfida in Turchia. Servirà una grande prestazione». Lo scrive il Corriere Fiorentino.